Un esempio e un prototipo replicabile di turismo sostenibile in un contesto dall’alto valore ambientale come le isole della Sicilia. Si tratta del “Progetto Egadi” realizzato dall’ENEA in collaborazione con il Comune di Favignana (che comprende anche le isole di Marettimo, Levanzo e l’Area Marina Protetta delle Isole Egadi) e finanziato dal MIUR nell’ambito dell’iniziativa “Ecoinnovazione in Sicilia – Supporto allo sviluppo delle attività produttive del Sud: interventi pilota per la sostenibilità e la competitività”.
Il progetto (che ha vinto il Premio Smart Communities SMAU Milano 2015 ed è stato presentato a Roma nel corso del convegno “Il turismo sostenibile come motore per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio – Il progetto Egadi, un modello pilota ad alta replicabilità), propone un esempio di “gestione ecocompatibile dei servizi e del territorio”, spiega una nota, e allo stesso tempo “valorizza e rende più competitiva l’offerta turistica. Tutto questo nell’area marina protetta più grande d’Europa, 53 mila ettari di ecosistema prezioso e fragile, dove ogni anno nei mesi estivi ai 4mila abitanti della comunità locale si sommano oltre 400mila visitatori”. Il dato di rilievo è che, in un anno, nelle Egadi i visitatori sono aumentati del 7%”.
In particolare “l’intervento ENEA – prosegue la nota – oltre alla formazione, all’informazione, alla mappatura del territorio e alle indagini sul rischio idrogeologico, ha riguardato la riduzione dei rifiuti (5 tonnellate di plastica in meno in 14 mesi), la produzione di fertilizzante sfruttando la raccolta differenziata, l’introduzione di un marchio di qualità ambientale e un brevetto per gestire i residui spiaggiati di Posidonia”.
Da questo punto di vista L’ENEA ha anche brevettato una procedura (che ha vinto il premio Green Coast Award 2013) per far sì che i residui spiaggiati di Posidonia oceanica non vengano smaltiti come rifiuti ma reimpiantati sui fondali: si sono così accresciute le foreste di Posidonia, importantissime per l’ecosistema marino perché in grado di assorbire grandi quantitativi di CO2 e habitat ideale per la riproduzione di numerose specie ittiche.
Andando nel dettaglio, nell’isola di Favignana sono stati realizzati: un impianto di compostaggio per la trasformazione della frazione organica dei rifiuti da raccolta differenziata in fertilizzante per il terreno; il trattamento e riuso delle acque reflue e l’installazione di una ‘casa dell’acqua’, alimentata con pannelli fotovoltaici, per ridurre l’utilizzo di bottiglie di plastica. In conclusione, in 14 mesi sono stati erogati oltre 200mila litri di acqua ed evitate oltre 5 tonnellate di rifiuti di plastica, peso equivalente a quasi 140mila bottiglie da 1,5 litri.
Tutta l’iniziativa, però, non ha mancato di valorizzare il potenziale risvolto imprenditoriale. Il valore aggiunto, infatti, è dato dalla creazione di un marchio di qualità ambientale per le imprese locali (attualmente 60) che hanno intrapreso un percorso di miglioramento e riduzione dell’impatto ambientale delle loro attività, anche ai fini della valorizzazione dell’offerta turistica.
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