Non si può più parlare di economia senza affrontare ed essere parte del processo di transizione ecologica verso una economia a basse emissioni.
Si tratta di un cambiamento che non è discutibile. L’unico fattore non ancora definito e per cui serve agire tempestivamente coinvolgendo più realtà possibile è il tempo in cui tutto entrerà a regime.
Ne sono convinti al World Economic Forum Annual Meeting di Davos nella sessione dedicata alla “First Movers for Frontier Clean Technologies” di oggi 16 gennaio.
First Movers for Frontier Clean Technologies with John Kerry (@ClimateEnvoy), Anna Borg (@VattenfallGroup), Daniel Fisher (@BallCorpHQ), Takeshi Hashimoto, @rkyte365 (@BlavatnikSchool), Tan See Leng and Carlos Torres Vila (@bbva) #wef24 https://t.co/WhMDZZdrSd
— World Economic Forum (@wef) January 16, 2024
La coalizione è nata nel corso di COP26 a Glasgow in 2021. Raccoglie oltre 90 realtà imprenditoriali ed ha raggiunto 16 miliardi di dollari di fondi. Si tratta di un impegno economico privato senza precedenti dedicato allo sviluppo di tecnologie emergenti a basse emissioni ed ha il sostegno di 13 governi che insieme rappresentano oltre il 50% del PIL globale.
Il ruolo della politica e delle imprese nel gestire il tempo del cambiamento
Trattandosi di un trend soprattutto economico diversi player sostengono che non serve un reale sostegno politico in termini di benefit economici diretti, ma certamente è necessaria una attenzione dei governi facilitare questa trasformazione.
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Il business di domani “non sarà gestito dai combustibili fossili” questa è la consapevolezza delle aziende che emerge dalle parole di Anna Borg, presidente e CEO di Vattenfall AB. Ci saranno degli ostacoli e degli up e down ma non si discute sulla finalità del percorso, e forse questo al mondo politico secondo la Borg non è molto chiaro ancora. Limitare il rischio degli investimenti nelle nuove tecnologie secondo la Ceo di Vattenfall è il maggior compito della politica oggi.
Si tratta di un cambio di passo verso una economia e una produzione e una distribuzione low carbon che rappresenta anche la più grande innovazione nel nostro sistema economico da quando è nato, come sottolinea John F. Kerry, inviato speciale presidenziale per il clima del National Security Council nel corso del panel. Su questo i più smart se ne sono accorti e stanno entrando nel mood del nuovo business.
La chiave di volta secondo Carlos Torres Vila, Chair, BBVA SA, è passare da “first movers” i primi a muoversi ad “all movers” cioè al muoversi tutti. Questo coinvolgimento massivo deciso e univoco può segnare la differenza nell’unica reale criticità che è, secondo l’esperto, il tempo di messa in regime del cambiamento. Serve una politica decisa e stabile nelle scelte e nel sostegno verso una evoluzione green.
La sfida della logistica sostenibile scorre sull’acqua
L’esempio di Singapore in questo scenario è proprio di un Governo che guarda al cambiamento e alla innovazione. “Stiamo procedendo con il nostro investimento nella ricerca guardano alla ammoniaca sia per la produzione di energia sia come bunkeraggio per le navi”, spiega il Ministro della manodopera e secondo ministro del commercio e dell’industria per il Ministero della Manodopera di Singapore Tan See Leng “per questo stiamo agendo nella implementazione di infrastrutture nei porti in grado di supportare questo carburante”.
Una sfida complessa che vede anche la necessità di agire in modo differenziato a seconda del tipo di carico e di funzione in quanto come sottolinea Takeshi Hashimoto presidente e CEO di Mitsui O.S.K. Lines, Ltd, “Il che rende evidente che non esiste una unica soluzione ma una combinazione di diverse soluzioni che varia in base alle esigenze”. Ogni tipologia di trasporto navale che sia cargo o nave da crociera risponde a esigenze di servizio e tecnologiche diverse.
Southeast Europe is paving the way for a nature-positive #energy transition. Here’s how #WEF24 https://t.co/0WqsjfMcJc
— World Economic Forum (@wef) January 16, 2024
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