L’Unione Europea si allontana dal sistema energetico tradizionale e si dirige verso un sistema decentralizzato, digitalizzato e decarbonizzato.
Sono necessarie soluzioni nuove e intelligenti per gestire il mix di generazione elettrica sempre più variabile, mantenendo al contempo l’economicità e la sicurezza dell’approvvigionamento.
Tutte le opportunità della flessibilità sul lato della domanda
La flessibilità sul lato della domanda (Dsf – Demand side flexibility), cioè la capacità dei clienti di modificare i propri modelli di consumo e di generazione in base a segnali esterni, è un elemento cruciale per raggiungere questi obiettivi. Può essere fornita da risorse energetiche decentralizzate intelligenti, tra cui la gestione della domanda, l’accumulo di energia e le fonti rinnovabili distribuite.
Con gli attuali eventi geopolitici che hanno portato alle stelle i prezzi dell’energia e il rischio di approvvigionamento, la necessità di responsabilizzare gli utenti finali a svolgere un ruolo attivo nella sicurezza e nella decarbonizzazione del sistema energetico europeo si sta facendo strada nelle strategie e nelle politiche dell’UE.
Tuttavia, l’attivazione della flessibilità dei consumatori incontra ancora ostacoli normativi, in particolare a causa del ritardo nell’attuazione da parte degli Stati membri della progettazione del mercato dell’elettricità.
La flessibilità sul lato della domanda come soluzione ancora poco esplorata
Inoltre, la flessibilità sul lato della domanda manca ancora di visibilità come soluzione affidabile, efficiente e rispettosa del clima, perché il suo potenziale non è mai stato quantificato sistematicamente. Questo fa sì che la Dsf sia una soluzione spesso trascurata nelle decisioni politiche, ostacolando il suo potenziale nell’accelerazione della transizione energetica.
Lo studio che quantifica i benefici nell’Unione Europea
Per colmare questa lacuna, smartEn – Smart energy Europe, ha commissionato a Dnv uno studio per quantificare i potenziali benefici di una piena diffusione della Dsf nell’UE entro il 2030. Questo studio intende informare sulle decisioni politiche da prendere per raggiungere una riduzione dei gas serra del 55% entro il 2030 in modo efficiente dal punto di vista dei costi, sia per il sistema energetico che per i consumatori.
In uno scenario di attivazione completa della Dsf che libera la flessibilità di edifici, veicoli elettrici e industria si ottengono diversi risultati, tra cui: i benefici del wholesale, i vantaggi per la sicurezza dell’approvvigionamento, i vantaggi per la rete di distribuzione, i benefici per i consumatori.
L’utilità del wholesale
Nell’anno 2030, il modello stima un totale di 164 GW di potenza flessibile in aumento e 130 GW di potenza flessibile in diminuzione verso il basso.
Con un’attivazione di 397 TWh di Dsf verso l’alto e 340,5 TWh di Dsf verso il basso, si ottengono i seguenti risultati:
- 4,6 miliardi di euro (5%) risparmiati grazie alla riduzione dei costi di generazione di energia elettrica rispetto a uno scenario senza Dsf;
- il sistema elettrico potrebbe soddisfare tutta la domanda per tutto l’anno, con un risparmio di 9 miliardi di euro per il “carico perso” non servito dalla generazione disponibile;
- la riduzione dell’energia rinnovabile sarebbe di 15,5 TWh (61%) in meno, migliorando l’economia delle rinnovabili e la disponibilità di elettricità decarbonizzata per i consumatori.
- 37,5 milioni di tonnellate (Mt) di emissioni di gas serra annue risparmiate, pari all’8%, quasi 84 chili pro capite, il che significa che il settore energetico potrebbe superare il traguardo del 55% entro il 2030.
La sicurezza dell’approvvigionamento ne gioverebbe
Il modello suggerisce che il sistema energetico nel 2030 mancherebbe almeno di 60 GW di capacità di generazione per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento durante i picchi di domanda. Lo spostamento e la riduzione del carico permetterebbero al sistema di mantenere la sicurezza dell’approvvigionamento, soddisfando la mancanza di capacità di generazione.
L’attivazione di 60 GW di Dsf consentirebbe di risparmiare 2,7 miliardi di euro all’anno rispetto all’installazione di 60 GW di capacità di generazione di picco e quella delle tecnologie Dsf nei mercati di bilanciamento europei nel 2030 potrebbe far risparmiare un totale di 262-690 milioni di euro. Nell’UE-27, si avrebbe un risparmio sui costi di bilanciamento dell’energia compreso tra il 43% e il 66%.
I vantaggi per la rete di distribuzione
In Europa, si risparmierebbero tra gli 11,1 e i 29,1 miliardi di euro in investimenti ogni anno nel periodo 2023-2030. Questo rappresenta una percentuale compresa tra il 27% e l’80% del fabbisogno di investimenti previsti oggi. Ovvero, tra i 253,1 e 282,5 miliardi di euro tra il 2023 e il 2030 in investimenti in reti di distribuzione a bassa e media tensione per l’integrazione di nuovi carichi e capacità rinnovabile.
E per i consumatori
La piena diffusione della Dsf si tradurrà in vantaggi diretti per i consumatori con asset flessibili, così come benefici indiretti per tutti i clienti, grazie a prezzi dell’elettricità più bassi e minori costi di rete.
I benefici diretti potrebbero portare a una potenziale riduzione dei costi per i consumatori di più di 71 miliardi di euro (64%) all’anno sui consumi elettrici.
Altri 300 miliardi di euro sarebbero i benefici annuali indiretti per persone, comunità e imprese, grazie alla riduzione dei prezzi dell’energia nel suo complesso, dei costi della capacità di generazione, di investimenti per l’infrastruttura di rete, costi di bilanciamento del sistema di rete, costi di bilanciamento del sistema ed emissioni di carbonio.
Questo studio di Dnv è un’aggiunta tempestiva al crescente, ma ancora limitato, corpus di ricerche dettagliate sui potenziali benefici del Dsf per raggiungere l’obiettivo finale di fornire energia pulita sicura e accessibile a tutti i consumatori dell’UE27.
I risultati sono un chiaro monito a non sottovalutare il Dsf, visto il suo enorme potenziale impatto verso un sistema elettrico efficiente e pulito.
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