L’assemblea dei soci di Assoclima, il 13 luglio a Milano, si è aperta con i saluti del neopresidente Maurizio Marchesini. È stata poi l’occasione per presentare la quarta edizione del Libro bianco sulle pompe di calore.
L’aumento della domanda di energia
“Prima di parlare di tecnologie, bisogna inquadrare la situazione della Terra”. Queste le parole di Fernando Pettorossi, capo gruppo italiano pompe di calore, in apertura dell’evento. La popolazione globale, sulla base dell’attuale tendenza, supererà i dieci miliardi di abitanti al 2050 e l’aumento demografico si tradurrà in un incremento dei consumi energetici.
Per assicurare comunque il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti, è necessario pianificare investimenti mirati. “Nell’analisi dei risultati delle incentivazioni, non occorre considerare solo quelle necessarie all’installazione degli impianti, ma anche al mantenimento e ai costi gestionali degli stessi”, ha specificato Pettorossi.
Pompe di calore sempre più efficienti
Con la crisi energetica, la consapevolezza del valore dell’energia da parte dei consumatori è aumentata. L’obiettivo di Assoclima resta quello di contribuire ai nuovi scenari attraverso pompe di calore sempre più efficienti, capaci di dialogare con le altre tecnologie e con la rete elettrica e di contribuire a decarbonizzare la produzione di energia termica.
L’Unione europea, dal canto suo, punta a installare quaranta milioni di pompe di calore entro il 2030, anche per ridurre il fenomeno della povertà energetica e migliorare la qualità di vita dei cittadini. Aspetto sui cui si è concentrata Gloria Gualdi, marketing and eBusiness manager di MCE – Mostra Convegno Expocomfort. MCE, che richiama ogni anno una vasta platea di professionisti da tutto il mondo, vuole farsi promotrice della transizione energetica, supportando aziende e operatori e lavorando, in particolare, sulla vivibilità degli edifici.
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Una climatizzazione sostenibile
Come ha spiegato l’analista Maurizio Pieve, anche per l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), le pompe di calore sono tecnologie di primaria importanza, specialmente nella transizione globale a una climatizzazione sicura e sostenibile. Di particolare utilità è ritenuto anche l’apporto di flessibilità alle reti elettriche. Considerando, infine, che i sistemi di raffrescamento potrebbero diventare sempre più rilevanti rispetto a quelli di riscaldamento, le pompe di calore, che si abbinano facilmente all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, giocheranno un ruolo fondamentale in questo senso.
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L’importanza dell’efficienza energetica
“L’efficienza energetica garantisce la sicurezza energetica. Contenere i consumi nel settore residenziale è cruciale, e il contributo delle pompe di calore in quest’ottica è particolarmente importante”, ha poi aggiunto Nicolandrea Calabrese del Dipartimento unità per l’efficienza energetica dell’ENEA. Gli interventi di riqualificazione energetica (dal cappotto termico alla sostituzione dei serramenti) abbassano la potenza richiesta per mantenere la temperatura interna di un edificio invariata rispetto alle variazioni esterne. Interventi di questo tipo si sposano molto bene con le pompe di calore.
Gli obiettivi al 2030
Per quanto riguarda il grado di elettrificazione dei consumi in Italia, la penetrazione è rimasta abbastanza ferma negli ultimi dieci anni, intorno al 21 per cento. Percentuale che scende al 18 per cento nel settore residenziale, come ha spiegato Monica Tommasi, presidente di Amici della Terra. Le rinnovabili da pompe di calore ammontano a 95,6 Ktep nel residenziale, e 2,4 Mtep nel terziario (dove arrivano a rappresentare il 92 per cento dei consumi da fonte rinnovabile).
Nel 2021, gli interventi per l’installazione di pompe di calore incentivate sono stati più di 580mila. Oltre il 90 per cento della potenza installata con incentivi ha riguardato il settore residenziale che, però, ha visto solo una lieve diminuzione delle emissioni di gas serra. “Quella che si presenta ora è una doppia sfida: verificare i motivi che non hanno consentito alle pompe di calore di conseguire gli obiettivi del PNIEC 2030 e definire il contributo che possono dare ai nuovi obiettivi al 2030 previsti dall’UE”, ha concluso Tommasi.
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Il nuovo PNIEC
In conclusione, Sonia Sandei di Enel ha presentato i risultati di uno studio sulle pompe di calore condotto con Agici. Sostituendo il 60 per cento degli impianti di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria più inefficienti con sistemi a pompa di calore, si potrebbe generare un beneficio netto – economico, ambientale e sociale – compreso tra 95 e 222 miliardi di euro (nel caso in cui le pompe di calore fossero completamente alimentate con fonti rinnovabili). Questo si tradurrebbe in un risparmio di gas compreso tra 5,6 e 8,9 miliardi di metri cubi all’anno, e in un risparmio netto di emissioni di CO2 compreso tra 18 e 28 milioni di tonnellate l’anno.
Su questi benefici si è soffermato Enrico Bonacci, della segreteria tecnica del dipartimento energia del MASE. “Gli obiettivi al 2030 sono estremamente sfidanti, sia per quanto riguarda l’efficienza, sia per quanto riguarda le rinnovabili e le emissioni. Le pompe di calore rappresentano una tecnologia strategica perché contribuiscono al raggiungimento di tutti questi obiettivi. Il nuovo PNIEC ne conferma e rinforza il ruolo. Una quota importante delle rinnovabili nei consumi finali sarà attribuita alle pompe di calore. Abbiamo deciso di adottare un approccio realistico, che non vuol dire poco sfidante. Per incrementare la diffusione delle pompe di calore, bisogna davvero mettere a terra una serie di interventi strutturati e trasversali, che superino le barriere economiche e tutelino i cittadini più vulnerabili”.
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