Il 2018 è stato nel nostro Paese l’anno più caldo dal 1800. A dirlo sono i dati di climatologia storica dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isac). Nello specifico nel corso di quest’ultimo anno si è arrivati a superare di 1,58 gradi, il valore medio registrato tra il 1971 e il 2000.
Il quarto anno più caldo a livello globale
Con una temperatura media di 14,7 gradi celsius, il 2018 è stato anche il quarto anno più caldo mai registrato a livello globale. A dirlo sono i dati di Copernicus Climate Change Service, il programma per l’osservazione della Terra dell’Unione Europea, che fornisce rilevazioni su indicatori climatici come temperatura superficiale, ghiacci e variabili idrologiche, incluse le precipitazioni. I numeri mostrano, in particolare, come nel corso dell’ultimo quadriennio si siano avute le temperature più alte mai rilevate e come il 2018 sia stato più caldo di 0,4°C rispetto alla media registrata nel trentennio 1981-2010. Inoltre, negli ultimi 5 anni la temperatura media è stata superiore di circa 1,1°C al valore medio rilevato in età pre-industriale (in base alla definizione IPCC).
Nell’Artico riscaldamento più elevato
“Il riscaldamento più pronunciato, rispetto alla media a lungo termine, si è verificato nell’Artico in particolare nello Stretto di Bering tra Stati Uniti e Russia e attorno all’arcipelago delle Svalbard“, spiega una nota di Copernicus. La maggior parte delle aree terrestri hanno registrato temperature più alte della media. I valori più rilevanti sono stati in particolare quelli di Europa, Medio Oriente e Stati Uniti occidentali. Al contrario, la parte nordorientale dell’America settentrionale e alcune aree centrali della Russia e dell’Asia centrale hanno registrato temperature annue inferiori alla media.
In Europa temperature annuali in lieve calo
Dai dati emerge come l’Europa abbia registrato delle temperature annuali inferiori di 0,1°C rispetto ai valori rilevati nei due anni in cui si è verificato un caldo record, ovvero il 2014 e il 2015.
Unire le forze contro il climate change
“Anche il 2018 è stato un anno molto caldo, il quarto più caldo mai registrato – afferma in una nota Jean-Noël Thépaut, Head of Copernicus Climate Change Service (C3S) – eventi climatici importanti come l’estate calda e secca in gran parte dell’Europa o l’aumento della temperatura nelle regioni artiche sono segnali allarmanti per tutti noi. Solo unendo i nostri sforzi possiamo fare la differenza e preservare il nostro pianeta per le generazioni future”.
CO2 in aumento
Dalle misurazioni satellitari delle concentrazioni globali di CO2 in atmosfera, è emerso come l’anidride carbonica abbia continuato a crescere negli ultimi anni, incluso il 2018. “Il tasso di crescita medio annuo stimato di CO2 per il 2018 è di 2,5 +/- 0,8 ppm/anno – spiega la nota di Copernicus – si tratta di un tasso di crescita superiore a quello del 2017, che era di 2,1 +/- 0,5 ppm/anno, ma inferiore a quello di 3,0 +/- 0,4 ppm/anno del 2015″.
Confermati i dati WMO
I numeri forniti dal Servizio Copernicus su temperature e CO2 confermano fondamentalmente le proiezioni dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) risalenti a novembre.
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