“La domanda globale di carbone dovrebbe rimanere pressoché invariata tra il 2017 e il 2022, determinando un decennio di stagnazione”. E’ quanto emerge dal rapporto dedicato al mercato del carbone dell’Agenzia internazionale dell’energia – IEA). In particolare entro il 2022 il valore si dovrebbe attestare a 5.530 Mtce, dato pari alla media dell’ultimo quinquennio. Ciò permetterà di trarre un bilancio in base al quale il consumo di carbone avrà avuto un decennio caratterizzato da stagnazione.
Lo scorso anno il consumo di carbone si è caratterizzato per un trend negativo, con una decrescita dell’1,9% che ha fatto registrare un valore pari a 5.357 milioni di tonnellate equivalenti. Un dato che segna il secondo anno in discesa, andamento causato dei prezzi del gas più bassi, dell’aumento delle energie rinnovabili e dal miglioramento dell’efficienza energetica, secondo il report. Se si analizza la situazione complessiva nell’ arco di tempo pari a due anni si vede come il calo sia stato del 4,2%, una percentuale che è quasi uguale ai numeri che hanno segnato il declino del settore nei primi anni 90, il più grande calo mai registrato dalla IEA nei 40 anni di attività in cui ha effettuato statistiche.
Nel 2022 carbone 26% del mix energetico
In base alle proiezioni contenute nel report nel 2022 la quota di carbone presente nel mix energetico dovrebbe scendere al 26% rispetto al 27% del 2016. Un decremento legato domanda debole di questo combustibile rispetto agli altri. “Sebbene la produzione di energia a carbone aumenti dell’1,2% all’anno nel periodo 2016/2022 – spiega inoltre la IEA in un articolo pubblicato sul suo sito – la sua quota del power mix scende al di sotto del 36% entro il 2022, che sarebbe il livello più basso da quando sono iniziate le statistiche dell’agenzia”.
“Il sistema energetico si sta evolvendo rapidamente intorno a noi, con un mix di carburanti più diversificato e il costo delle tecnologie in calo“, ha spiegato sul sito della IEA Keisuke Sadamori, direttore dell’Agenzia internazionale dell’energia per i mercati dell’energia e la sicurezza. “Ma mentre tutto il resto sta cambiando, la domanda globale di carbone rimane la stessa”.
Domanda in aumento in India
Analizzando in particolare la situazione dei singoli Paesi emerge come, da una parte, la domanda di carbone si caratterizzi per un andamento in flessione in Cina, negli Stati Uniti e nell’Unione europea nel corso del 2016, dall’altra, invece, in India registri una situazione speculare. Lì c’è stato infatti un aumento della richiesta di carbone, così come in molte parti del sud-est asiatico, un trend che non accenna a rallentare. “Ad esempio – spiega l’agenzia sul suo sito – nonostante la rapida crescita delle rinnovabili, la generazione di energia elettrica a carbone indiana dovrebbe aumentare di quasi il 4% all’anno fino al 2022”.
Cina avrà un ruolo chiave
La Cina rimarrà “il fattore chiave” per la IEA nonostante “Il potenziale di crescita della domanda di carbone in Cina sia limitato”. Tuttavia un elemento da valutare con attenzione sono le riforme lato offerta che il paese metterà in atto, “fattori critici per i prezzi del carbone nei prossimi anni”. L’Unione Europea, invece, “che rappresenta oggi solo il 6% della domanda globale, è destinata a diventare un giocatore sempre più marginale”.
Supportare le tecnologie CCUS
Secondo la IEA un elemento chiave è supportare le tecnologie CCUS (Carbon Capture, Utilization and Storage), ancora molto indietro rispetto ad altre tecnologie a basse emissioni di carbonio. “La IEA – si legge sul suo sito – sta lavorando per dare un nuovo impulso a questa tecnologia essenziale e si impegna a portare avanti il dialogo globale. Nel novembre 2017, ha organizzato un summit globale CCUS a Parigi, co-presieduto dal segretario all’Energia degli Stati Uniti Rick Perry e dal direttore esecutivo di IEA Dr Fatih Birol, riunendo oltre 20 paesi e amministratori delegati delle principali aziende energetiche mondiali per concentrarsi su questo tecnologia”.
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