Un nuovo impianto di idrogeno verde a Puertollano, nella parte meridionale della Spagna centrale, mostra sia le grandi ambizioni che gli ostacoli che il Paese deve affrontare nel tentativo di diventare un polo europeo per questo carburante del futuro.
Dopo un investimento di 150 milioni di euro, Puertollano si aggiudica la capacità di diventare in Europa un importante fornitore di idrogeno verde per uso industriale, nell’ambito di un Piano che prevede di raggiungere una capacità di 800MW entro il 2027. L’idrogeno verde è un combustibile a zero emissioni di carbonio creato utilizzando energia rinnovabile anziché combustibili fossili, e il nuovo impianto sarà in grado di produrne 3.000 tonnellate.
In attesa delle sovvenzioni europee
Tuttavia, poiché non ha ancora ricevuto la certificazione e le sovvenzioni dell’UE, in quanto importante progetto di interesse comune europeo (un termine che indica gli investimenti strategici), non è ancora economicamente redditizio e quindi non è in funzione, spiega Millán García-Tola, direttore per l’idrogeno di Iberdrola, il gruppo energetico spagnolo che ha costruito l’impianto.
Gli investimenti pubblici e privati del Governo spagnolo
La Spagna ha le condizioni ideali per diventare l’hub europeo dell’idrogeno verde, non solo secondo gli analisti del settore, ma anche secondo Pedro Sánchez, primo ministro del Paese. Egli cita gli elevati livelli di investimento del settore pubblico e privato in strutture, nell’ambito del Piano di rilancio Covid da 70 miliardi di euro, mentre gli esperti del settore energetico sottolineano le forniture di energia rinnovabile e le infrastrutture per il gas esistenti.
La Spagna, in quanto hub, potrebbe quindi fornire all’intero continente un mix energetico più pulito e contribuire a liberarlo dalla dipendenza del gas russo.
Alcune aziende iniziano a pensare che Sanchez abbia ragione. Tra queste, c’è il produttore statunitense di automobili e attrezzature pesanti Cummins. La multinazionale dell’Indiana sviluppa motori a combustibile alternativo e, in collaborazione con Iberdrola, ha annunciato un impianto da 50 milioni di euro in Spagna per la produzione di sistemi di elettrolizzatori per produrre idrogeno verde.
Ma le esportazioni di idrogeno verde, i veicoli e le navi alimentati a idrogeno giocheranno presto un ruolo significativo nel futuro della Spagna?
Gli elettrolizzatori utilizzano l’elettricità per scomporre l’acqua in idrogeno e ossigeno e la Spagna ha il vantaggio di un ampio settore di energie rinnovabili che ha fornito quasi il 47% dell’elettricità nel 2021.
“La Spagna ha molte delle caratteristiche dei Paesi che possono diventare esportatori di idrogeno verde”, afferma Gonzalo Escribano, responsabile del programma energia e clima dell’Istituto Reale Elcano, un think tank di Madrid. Oltre all’abbondanza di energia rinnovabile a basso costo, Escribano sottolinea l’ampia rete di terminali e gasdotti di gas naturale liquefatto (Gnl) del Paese e la base industriale esistente che lavora con l’industria del gas.
Questi vantaggi hanno portato il governo spagnolo a fare una grande scommessa sul fatto che il Paese possa diventare un produttore leader di idrogeno verde a basso costo, sia da vendere che da mettere a disposizione dell’industria, e un fornitore di macchinari per produrre il carburante.
Il Piano spagnolo per l’idrogeno
Il Piano della Spagna, finanziato dal Fondo europeo per il recupero del Coronavirus, prevede 1,55 miliardi di euro per l’idrogeno verde nei prossimi tre anni.
A maggio, in occasione della presentazione dell’impianto Cummins-Iberdrola, Sánchez ha dichiarato che la Spagna è “nella posizione migliore per essere non solo un altro hub, ma l’hub industriale dell’idrogeno verde in Europa”.
All’entusiasmo del primo ministro fa eco l’industria locale. Maarten Wetselaar, amministratore delegato della multinazionale spagnola del petrolio e del gas Cepsa, che ha in progetto impianti di idrogeno verde con una capacità di 2GW, vede la Spagna come un hub per il carburante, proprio come Rotterdam per il petrolio.
Analogamente, Arturo Gonzalo Aizpiri, responsabile della società energetica spagnola Enagás, osserva che un gasdotto “pronto per l’idrogeno” verso la Francia, in fase di progettazione, potrebbe trasportare il 10% del consumo annuale di idrogeno dell’UE entro il 2030.
I diversi ostacoli che si frappongono al progresso
Il prezzo è il più importante. Il governo spagnolo stima che le industrie nazionali, come quelle chimiche e dei fertilizzanti, consumino 500mila tonnellate di idrogeno all’anno. Questo idrogeno grigio, estratto dal gas naturale, costa appena 1 – 1,50 euro al chilo. L‘idrogeno verde ricavato dall’acqua, invece, costa 5-7 euro al chilo, un prezzo non competitivo.
“Dobbiamo realizzare elettrolizzatori più efficienti per abbassare il costo di un chilo di idrogeno del 50%, per renderlo pienamente competitivo con il gas”, afferma Aizpiri, che vede la produzione di idrogeno espandersi di una “quantità straordinaria” a metà del decennio, dopo un inizio lento. A marzo, Enagás ha inaugurato un impianto di idrogeno verde sull’isola di Maiorca.
La sfida dell’esportazione dell’idrogeno
Una seconda sfida fondamentale è il trasporto dell’idrogeno in Spagna e all’estero. L’idrogeno è più leggero e più corrosivo del gas naturale, quindi gli attuali gasdotti possono gestire solo una miscela di idrogeno e gas naturale pari al 10-12%. L’idrogeno può anche essere liquefatto e trasportato come il gas naturale, ma deve essere raffreddato a -260°C, cioè 100 gradi in meno del normale Gnl.
“Nel medio-lungo termine, le navi a idrogeno liquido faranno il giro del mondo”, prevede un responsabile dell’industria energetica. Aggiunge però che ci vorranno 40 anni per trasformare l’intero sistema energetico.
Un’opinione diffusa è che, nel breve termine, la Spagna dovrebbe moderare i suoi obiettivi in materia di idrogeno. “Stiamo vivendo in una bolla di idrogeno verde”, afferma García-Tola. “Stiamo cercando usi che non hanno senso”. Vede alcune applicazioni nei trasporti, anche se sembrano piuttosto limitate. Ad esempio, attualmente ci sono otto autobus verdi a idrogeno che Iberdrola alimenta nella città di Barcellona.
La produzione di fertilizzanti sembra più alla portata
La produzione di fertilizzanti è un’opportunità più ovvia, e Garcia-Tiola suggerisce che l’idrogeno verde potrebbe sostituire il gas naturale in industrie che richiedono calore estremo e che quindi non possono essere elettrificate, come l’acciaio, la ceramica e il cemento.
Ma per rendere l’idrogeno competitivo saranno necessari, a suo avviso, sussidi governativi o la fissazione del prezzo del carbonio sui combustibili sporchi.
In breve, per realizzare il sogno dell’idrogeno verde in Spagna ci vorrà più tempo di quanto gli ottimisti possano sperare.
“Il problema dell’idrogeno è che è a lungo termine”, afferma Escribano, “Non possiamo sostituire il gas russo in un anno o due”.
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