L‘Autorità generale per la Zona economica del Canale di Suez (SCZone) ha firmato un protocollo d’intesa con H2-Industries Inc. per la costruzione di un nuovo impianto waste-to-hydrogen in un nuovo sito greenfield a East Port Said, un progetto dal costo stimato di 4 miliardi di dollari.
L’ambasciatore Nabila Makram, ministro dell’emigrazione, ha assistito alla firma tra l’ing. Yehia Zaki, presidente di SCZone, e Michael Stusch, amministratore delegato di H2-Industries, in occasione della conferenza “Egypt can”, organizzata dal Ministero egiziano dell’Emigrazione.
“Questo accordo tra SCZone e H2-Industries apre la strada a un progetto di produzione di idrogeno verde dal riciclo dei rifiuti nella zona integrata di East Port-Said”, ha dichiarato l’ing. Yehia Zaki, presidente della SCZone.
“Il MoU non è obbligatorio fino a quando H2-Industries non avrà completato tutti gli studi di fattibilità di cui abbiamo bisogno per procedere con il contratto finale in coincidenza con la COP27 del prossimo novembre”, ha aggiunto Zaki.
“Questo progetto ha il doppio vantaggio di creare prezioso idrogeno pulito e di affrontare l’importante questione della gestione dei rifiuti utilizzando i rifiuti organici, compresi i rifiuti plastici. Questo è solo il primo di tre progetti internazionali in cui i governi di tutto il mondo si rendono conto che i rifiuti organici e in particolare i rifiuti plastici, se trattati correttamente, possono essere un bene prezioso e utilizzati per generare quantità significative di energia pulita con il nostro progetto a Port Said Est”, ha dichiarato Michael Stusch.
H2-Industries produrrà idrogeno pulito, alimentando la transizione energetica interna dell’Egitto, consentendogli di diventare anche un esportatore, nonché leader globale in una nuova economia dell’idrogeno.
“Siamo convinti che le centrali elettriche waste-to-hydrogen, con il loro impatto unico sul Pil, sull’ambiente locale e sulla fornitura di energia a basso costo, diventeranno una parte significativa del portafoglio energetico di ogni Paese, soprattutto in Africa”, ha aggiunto Stusch.
Il progetto prevede una capacità produttiva di 300mila tonnellate di idrogeno verde all’anno, il che significa che la centrale sarà in grado di smaltire 4 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani (Rsu) all’anno, trasportati da una flotta di camion per rifiuti alimentati a idrogeno, che possono essere trasportati e utilizzati per riempire i serbatoi di stoccaggio.
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