
Azzerare le emissioni nette rimane l’obiettivo prioritario della Commissione europea, ma è un traguardo che per essere raggiunto necessita di ripensare le filiere produttive, soprattutto di quei settori industriali più impattanti e difficili da riconvertire.
Con questi propositi è nato il progetto europeo H2Steel, sviluppato dal Politecnico di Torino e finanziato dallo European innovation council dell’Unione Europea, che propone una soluzione innovativa per convertire i flussi di rifiuti umidi in idrogeno verde e carbonio, e contemporaneamente recuperare materie prime critiche.
Il cuore del progetto
H2Steel, attraverso la combinazione della conversione dei rifiuti organici e del biometano e il processo di pirolisi catalitica accoppiato alla lisciviazione, converte completamente i rifiuti organici in idrogeno verde, carbonio verde (bio-carbone) e recupera le materie prime critiche inorganiche.
La pirolisi del biometano, ovvero il processo che permette di separare il carbonio e l’idrogeno contenuti nei gas naturali senza produrre l’emissione di monossido di carbonio, viene effettuata in un reattore progettato appositamente, impiegando un catalizzatore resistente alla temperatura e ai contaminanti. Questo permetterà di migliorare l’efficienza della fase di cracking del metano per generare idrogeno verde.
La riduzione di CO2 in atmosfera
I materiali che ne derivano a base di carbonio, vengono poi utilizzati in siderurgia in sostituzione del coke metallurgico (fossile), riducendo nettamente il gas serra, in conformità al sistema Ets (Emission trading scheme) dell’Unione Europea e permettendo di non rilasciare CO2 nell’atmosfera.
A sviluppare il progetto sarà un Consorzio guidato dal Politecnico, a cui partecipano RE-Cord – Consorzio per ricerca e la dimostrazione sulle energie rinnovabili, Università di Leiden, I3P – Incubatore di imprese innovative del Politecnico, Contactica SL e Arcelormittal.
“H2Steel consente, grazie anche al supporto della Commissione Europea, di procedere lungo una linea strategica per l’Ateneo, spiega il professor David Chiaramonti, coordinatore del progetto e vice Rettore per l’internazionalizzazione al Politecnico, quella di accompagnare la trasformazione dei processi e del comparto industriale verso una transizione sostenibile, attraverso l’introduzione di soluzioni innovative. Nello specifico, affrontando uno dei settori più complessi nel percorso di decarbonizzazione e valorizzando materie prime residuali”.
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