Ammonta a più di 376 milioni di dollari la cifra che il Governo australiano intende destinare a dei progetti di ricerca volti a proteggere la barriera corallina. L’idea è quella di finanziare delle attività per migliorare la qualità delle acque arrivando a ridurre anche il deflusso di sedimenti provenienti dalle fattorie (un fenomeno che danneggia le scogliere causando un inquinamento chimico).
Cambiamento climatico
Iniziative di questo tipo contribuiranno a limitare l’impatto dell’inquinamento sulle barriere coralline, ma non saranno sufficienti a risolvere il problema. Un’altra questione centrale da gestire è quella degli effetti del cambiamento climatico: il fenomeno ha determinato un innalzamento delle temperature delle acque oceaniche e un incremento dei livelli di acidità.
Lo studio pubblicato su Nature
In base a quanto emerso da una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Nature, nel 2016 le ondate di calore che si verificano a livello sottomarino, provocate dai cambiamenti climatici, sono state responsabili della morte di un terzo dei coralli della Grande Barriera Corallina. In particolare la causa è lo sbiancamento, ovvero il venir meno del legame di simbiosi tra i coralli e le alghe fotosintetiche di cui hanno bisogno per sopravvivere.
Ridurre le emissioni
Secondo gli studiosi, se non arginiamo il fenomeno del cambiamento climatico, riducendo le emissioni di gas serra in atmosfera, tutti gli altri sforzi per salvare la barriera corallina risulteranno vani.
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