transizione

Per l’elettorato italiano emerge la necessità di affrontare il tema dell’ambiente, non solo dal punto di vista della tutela del territorio e della biodiversità, ma anche da un punto di vista strutturale, occupazionale, di competitività e di sicurezza. Guardando alla transizione ecologica, da destra a sinistra, si chiedono politiche che integrino le questioni economiche e sociali con quelle legate al clima. A rivelarlo è l’analisi condotta da Ecco, il think tank italiano per il clima, insieme a More in Common che restituisce una fotografia del Paese dove i temi ambientali sono oggi trasversali ad ogni politica e schieramento.

L’elettorato italiano è pronto a fare la sua parte, tuttavia è alla ricerca di una guida che possa conciliare la salvaguardia del Pianeta con la tutela del proprio benessere e la garanzia di una giustizia sociale: una leadership forte per una giusta transizione.

La transizione ecologica è un’opportunità

Crescita economica, aumento del benessere e creazione di nuovi posti di lavoro, sono percepiti come vantaggi della transizione ecologica, con percentuali positive sia per il centro sinistra che per il centro destra. L’analisi rivela una uniformità di giudizio rispetto alla necessità di incentivi economici e all’attenzione verso le classi sociali meno abbienti che non devono pagare il prezzo più alto del Green deal.

“Se da un lato la gravità delle conseguenze del cambiamento climatico ha reso chiara l’urgenza di intervenire concretamente per mitigare e adattarci ai suoi impatti, dall’altro l’elettorato italiano non sa ancora chi sarà in grado di farsi carico di questa sfida e soprattutto se tale azione sarà funzionale al miglioramento della propria condizione economica”, si legge a commento.

La transizione, così come viene messo in luce dai dati, se affrontata come soluzione sistemica, “può risolvere i fallimenti occupazionali del corrente modello economico”. Inoltre, può guidare partiti e cittadini verso un’azione collettiva partendo da un approccio economico e di messa in sicurezza del paese.

  • Il 63% del campione ritiene la lotta ai cambiamenti climatici un’opportunità economica e di ammodernamento del sistema produttivo, con un tasso di adesione dell’81% per gli elettori dell’area del centro sinistra e del 59% per quelli dell’area del centro destra.
  • il 56% crede che la transizione favorirà lo sviluppo economico di nuovi settori creando nuovi posti di lavoro (71% elettori del PD, 66% del M5S, 59% di centro, 54% di Fratelli d’Italia e Lega o 46% indecisi e non voto)

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Rinnovabili, equità sociale, obiettivi climatici

Secondo l’elettorato, la transizione a livello locale, nazionale e internazionale deve fondarsi sulla riduzione delle disuguaglianze, “nessuno può essere lasciato indietro”, viene sottolineato nell’analisi. La società dovrà essere posta nella condizione di acquisire le conoscenze necessarie per essere pronta e competitiva per il mondo dei green jobs e le istituzioni dovranno fornire gli strumenti di welfare sociali. Il 73% degli intervistati è favorevole a politiche climatiche eque nei confronti dei più svantaggiati.

  • Il 54% del campione è convinto che un ritardo nella transizione della nostra industria rischia di portare verso una perdita di competitività (71% elettori del PD, 60% del M5S, 56% di centro, 54% di Fratelli d’Italia e Lega, 46% indecisi e non voto).
  • Il 76% crede che l’Italia deve impegnarsi in prima linea nella produzione delle rinnovabili (85% elettori del PD, 78% del M5S, 69% di centro, 78% di Fratelli d’Italia e Lega, 71% indecisi e non voto).

Circa il tema della fiscalità ambientale, una tassazione progressiva, ridistributiva e che tenga conto della variabile ambientale è un passo importante per finanziare una transizione ecologica giusta e in buona parte sostenuta e compresa dai contribuenti. Il 60% degli intervistati è favorevole a una tassazione sul reddito per affrontare la transizione. Anche se la scelta di personalità competenti e credibili è la chiave per ottenere la fiducia dei cittadini, 2 italiani su 3 crede che i leader politici non sono affidabili quando parlano di ambiente.

Quasi metà del campione ritiene che ci sia poco tempo per implementare le politiche necessarie (35%) o addirittura (il 13%) crede che tale tempo sia già esaurito. Solo un terzo del campione crede invece che abbiamo abbastanza o tanto tempo. Tra l’elettorato, quello del M5S è il più fiducioso rispetto al raggiungimento degli obiettivi climatici (40%), mentre gli elettori di sinistra, PD e centro temono che il tempo non sia sufficiente (52%). Notevole la spaccatura di percezione in base alla condizione economica: i meno abbienti sono fiduciosi per il 20% e sfiduciati per il 52%, mentre si rileva una minore discrepanza nel ceto medio (32% di fiduciosi vs 49%) e la tendenza si inverte del tutto per i benestanti, di cui il 50% crede che ci sia abbastanza tempo per raggiungere gli obiettivi climatici al 2050, mentre appena il 35% denuncia una mancanza di tempo

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