Secondo un rapporto che sarà prossimamente sottoposto alle Nazioni Unite, il Giappone intende contrastare il fenomeno del mutamento climatico attraverso una serie di misure che comprendono l’installazione e di smart meter in tutte le utenze domestiche e industriali entro il 2025 e l’uso di 5,3 milioni di sistemi a celle combustibili entro il 2030 (per la cui produzione sono interessate Panasonic Corp. e Chofu Seisakusho Co.).
Il piano segue il programma di riduzione delle emissioni clima alteranti presentato lo scorso novembre dal Giappone, seppur accompagnato dalla critiche di alcune associazioni ambientaliste che hanno giudicato al ribasso i nuovi target del Paese asiatico. Previsto, tra le misure, anche un piano triennale di sostegno allo sviluppo delle tecnologie rinnovabili elettriche e termiche, anche se ciò non impedirà un piano di riapertura, seppur parziale, dei sistema nucleare dismesso.
L’insieme di strategie che il Giappone ha previsto di adottare sono infatti il risultato dell’incidente nucleare di Fukushima nel 2011, da cui sono derivati, oltre al disastro ambientale, anche un fortissimo import di gas naturale, particolarmente Gnl, a prezzi tra i più elevati nei mercati mondiali.
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