Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio hanno confermato lo sciopero di 48 ore dei gestori delle aree di servizio autostradali dalle ore 22.00 del prossimo 12 maggio fino alla stessa ora del 14 maggio. “Il Governo ha adesso il dovere tassativo di prendere atto, agendo di conseguenza, che i Gestori carburanti sono la categoria di piccole imprese più colpita dalle conseguenze dell’emergenza Covid-19”, scrivono nella nota stampa congiunta diffusa al termine della riunione tra dirigenti.
Gli sforzi per fronteggiare la crisi sono stati fatti: le imprese di gestione, in particolare in autostrada, “hanno continuato a garantire il servizio 7 giorni su 7, 24 ore al giorno, malgrado oltre 2 mesi di vendite letteralmente crollate in media del 92%”. Eppure non è stato loro “consentito di ridurre orari ed applicare turnazioni per contenere i costi e utilizzare almeno la cassa integrazione”. Questo a fronte dei numerosi appelli lanciati e dopo un mese dallo stop del tavolo di crisi avviato con il ministro allo Sviluppo economico Stefano Patuanelli.
Lo sciopero dei gestori
Ora i gestori indicono lo sciopero delle aree di servizio autostradali. Per sbloccare la situazione chiedono ai ministeri competenti in materia, Trasporti e Sviluppo economico, “di poter essere messa finalmente nelle condizioni di beneficiare delle misure generali assunte in precedenza ed ora annunciate”. Tra questi la cassa integrazione in deroga, i finanziamenti a fondo perduto e i bonus affitti e bollette. Inoltre, chiedono “interventi mirati, riconvocando il tavolo di crisi e rispettando gli impegni già assunti, capaci di affrontare le condizioni peculiari a cui sono state e sono tuttora sottoposte le imprese di gestione”.
La liquidità “è ormai da tempo prosciugata – proseguono in nota – anche a causa di un sistema bancario rigidamente attestato sulle disposizioni degli innumerevoli ‘Accordi di Basilea’, più che impegnato a dare attuazione ai decreti della presidenza del Consiglio”. Il Governo dica apertamente se “non ha forza ed autorità sufficienti per imporsi su società concessionarie autostradali”, invocano infine le sigle sindacali.
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