“In Italia il principale ostacolo al riciclo, oltre all’aumento della capacità del riciclo stesso, è la difficoltà di gestione degli scarti di riciclo per l’impossibilità di chiudere il ciclo all’interno dei siti industriali e per le carenze impiantistiche del Paese“. E’ quanto afferma in una nota Massimo Medugno, DG Assocarta, commentando così le notizie di accordi tra Regioni per la gestione dei rifiuti solidi urbani del Lazio.
“Assicurare il recupero gli scarti del riciclo della carta – aggiunge Medugno – significa ridurre da 1 a 15 in quantità i rifiuti: infatti, a fronte del riciclo di 5 milioni di tonnellate di carta da riciclare in Italia, lo scarto di riciclo caratteristico è pari a 3/400 mila tonnellate”.
In Italia ogni minuto riciclate 10 tonnellate di carta
Nel nostro Paese, secondo Assocarta, vengono riciclate 10 tonnellate di carta ogni minuto. La carta da riciclare proveniente dalla raccolta urbana differenziarta costituisce il primo materiale in quantità (oltre 3 milioni di tonnellate nel 2015 su un totale di 6,3 milioni di tonnellate raccolte) per l’industria cartaria, con un tasso di riciclo dell’80% nel settore dell’imballaggio. Lo scarto che si viene a formare da questo processo di riciclo è minimo rispetto al rifiuto evitato grazie al riciclo della carta. Per questo scarto c’è solo un impianto di termovalorizzazione dedicato mentre un secondo impianto non viene utilizzato in maniera costante.
Annunciati nuovi investimenti nel settore
“Va considerato – spiega l’associazione – che sono stati annunciati nuovi investimenti nel settore tra cui quello del gruppo turco EREN a Bertonico in provincia di Lodi per 650 milioni di euro e 500.000 tonnellate di capacità produttiva, a partire da carta da riciclare, che si aggiungono alle riconversioni, in avanzata fase di realizzazione, dell’ex stabilimento Burgo, in provincia di Mantova (per altre 500.000 tonnellate) e di quello di Avezzano (altre 200.000 tonnellate), sempre a base di carta da riciclare”. Si tratta di “iniziative in grado di aumentare la circolarità del sistema Italia per quanto concerne i rifiuti cellulosici, in quanto a breve detti investimenti e riconversioni consentiranno di annullare in gran parte l’export di carta da riciclare pari ormai a 1,6 milioni di tonnellate all’anno. In presenza dei suddetti nuovi investimenti e riconversioni produttive, che andranno ad ampliare la capacità di riciclo cartario in Italia, la situazione può ulteriormente peggiorare”.
Secondo l’associazione il paradosso consiste nel fatto che tali operazioni sono in linea con gli obiettivi dell’economia circolare e di uno sviluppo sostenibile in Italia nel rispetto della strategia comunitaria. Per questo motivo i senatori Scalia, Favero, Amati, DiBiagi, DallaTor, Moscardelli, Esposito, Fabbri, Laniece, Lucherini, Orellana, Spilabotte, Pezzopane, Mastrangeli, Borioli, DallaZuanna e Pagliari hanno presentato ai Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico una interrogazione parlamentare urgente per trovare una soluzione al recupero energetico dei rifiuti del processo di riciclo, a cui si è aggiunta quella dell’onorevole Borghi della Camera dei Deputati.
“Le suddette saranno entrambe vittime della conclusione della legislatura e destinate a rimanere senza risposta – afferma Massimo Medugno – rimane però una questione ineludibile e cioè che, in assenza di qualsiasi azione, il rischio, sempre più concreto è che si blocchi la produzione quindi il riciclo della carta e conseguentemente la raccolta differenziata della carta su suolo pubblico e privato, per una quantità stimabile tra i 3 milioni e i 6,3 milioni di tonnellate. Ci vogliono politiche in grado di incrementare il recupero degli scarti del riciclo della carta per rafforzare le politiche di economia circolare nel rispetto delle best available technique (BAT) comunitarie di settore ed evitare contraccolpi sulle attività industriali di riciclo della carta”.
Necessaria una cabina di regia
“E’ necessaria una cabina di regia a livello nazionale, con la partecipazione delle Regioni e della Regione Emilia-Romagna, che presiede la Conferenza Stato Regioni, affinché possano essere individuate delle soluzioni transitorie con l’ottimale utilizzo degli impianti già in esercizio, nella prospettiva della messa a punto di ulteriori tecnologie per il recupero degli scarti del riciclo e di impianti adeguati sotto il profilo della scala industriale”, conclude il direttore generale di Assocarta.
Già oggi, secondo il Codice dell’Ambiente (conclude Assocarta), i piani regionali sui rifiuti devono prevederele iniziative volte a favorire il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero dai rifiuti di materiale ed energia, ivi incluso il recupero e lo smaltimento dei rifiuti che ne derivino.
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