- È cominciata Gastech 2022, la fiera su gas naturale, idrogeno ed energia che quest’anno ha luogo a Milano dal 5 all’8 settembre.
- I temi principali sul tavolo sono l’attuale crisi energetica e la necessità di garantire a tutti energia pulita e accessibile.
- Gli attivisti di Greenpeace hanno protestato contro “le operazioni di greenwashing portate avanti dalle aziende petrolifere”.
È ufficialmente cominciato, nel capoluogo lombardo, Gastech 2022. Si tratta di un evento di portata internazionale sul tema del gas naturale, dell’idrogeno e delle soluzioni energetiche a emissioni ridotte. Quest’anno, peraltro in un momento storico estremamente delicato, celebra il suo 50esimo anniversario.
Insieme al tema della crisi energetica, particolarmente sentito dopo l’annuncio da parte della multinazionale russa Gazprom di una chiusura a tempo indefinito del gasdotto Nord Stream, si è parlato dell’obiettivo più stringente per il settore: arrivare a garantire a tutti gli abitanti del Pianeta energia pulita e conveniente, riducendo l’impatto ambientale dell’industria e scongiurando la povertà energetica.
L’appello di Greenpeace a Gastech 2022
Energia “pulita”. Gli attivisti di Greenpeace Italia hanno organizzato delle proteste nel corso della prima giornata di fiera per condannare la presenza delle aziende operanti nel settore dell’oil&gas. L’accusa è di portare avanti operazioni di greenwashing per poter continuare le esplorazioni senza contribuire concretamente alla transizione energetica. “La responsabilità del disastro climatico è di chi continua a estrarre e bruciare combustibili fossili. Le compagnie che prendono parte al Gastech sono le stesse che per decenni hanno negato le proprie responsabilità”.
Un’occasione di confronto con i giovani professionisti dell’energia
Fare attenzione al greenwashing è dunque un imperativo. È comunque utile che ci sia un confronto riguardo ai temi della tecnologia e dell’innovazione, un incontro fra le multinazionali “del passato” e le startup guidate da giovani che, proprio come gli esponenti del movimento Fridays for future, hanno capito che soltanto puntando su fonti pulite di energia ci si potrà riservare un futuro sostenibile.
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Sicurezza energetica e neutralità carbonica sono fra gli obiettivi principali
Alla cerimonia di apertura, moderata dal professor John Defterios, il presidente della società organizzatrice DMG Events Christopher Hudson ha ribadito la volontà di continuare il percorso di transizione energetica: “In questo particolare momento storico, Gastech assume un significato ancora più importante. La crisi scaturita dalla guerra in Ucraina impone riflessioni sulla sicurezza energetica e sulla neutralità carbonica, obiettivi cui Gastech intende contribuire. Il futuro è low-carbon”, ha dichiarato Hudson.
Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, e Giuseppe Sala, sindaco di Milano, hanno ricordato il ruolo delle rispettive aree geografiche. In Val Camonica, infatti, sorgerà la prima Hydrogen Valley che mira a decarbonizzare i servizi di trasporto pubblico locale, mentre Milano sta lavorando per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. “È una città votata alla sostenibilità e all’innovazione, dove siamo lieti di accogliere tutti questi ministri e le aziende più innovative”, ha esordito Sala. “Con questa crisi, un evento come Gastech è fondamentale per capire come tagliare i prezzi dell’energia e le emissioni. Abbiamo bisogno di un’economia inclusiva, che abbia un impatto ridotto”.
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A proposito di prezzi dell’energia, il ministro italiano per gli Affari esteri Manlio Di Stefano ha ribadito che l’Italia ha aderito alla richiesta dell’Unione europea di ridurre la dipendenza dal gas russo e che la priorità ora è prepararsi all’inverno, diversificando le fonti di energia cui attingere. “La nostra diversificazione in termini energetici vuole contribuire alla sicurezza energetica in tutta Europa. Soltanto la transizione all’energia pulita potrà garantire questa sicurezza. E permetterci di mantenere le promesse fatte in termini di mitigazione del riscaldamento globale”, ha detto il Ministro.
Servono politiche aggressive di riduzione delle emissioni
È fondamentale che la politica faccia la sua parte. Per Hardeep Singh Puri, ministro indiano del Petrolio e del Gas naturale, si tratta di una grande sfida, considerando che il suo paese ha una popolazione di oltre un miliardo di persone e che, insieme a Cina e Stati Uniti, è uno dei maggiori consumatori di petrolio al mondo; ne consuma circa cinque milioni di barili al giorno. La vasta nazione asiatica ha investito molto in biocarburanti e biomasse. Come ha sottolineato Puri, non siamo di fronte soltanto a una crisi energetica, ma anche alimentare. L’aumento del costo dei fertilizzanti e le conseguenze di un clima sempre più caldo e arido stanno avendo pesanti conseguenze sull’agricoltura che, proprio come l’energia, deve proseguire la transizione verso nuovi modelli produttivi. “La necessità è la madre dell’invenzione. Ricordiamoci che l’energia è un fattore chiave per la crescita”, ha concluso.
Sia il ministro egiziano delle Risorse naturali, Tarek El-Molla, sia il segretario di Stato per l’Ambiente del Portogallo, João Galamba, si sono concentrati sulle rinnovabili e sull’esigenza di valorizzarle nei rispettivi paesi. L’Egitto, che a novembre ospiterà la 27esima Conferenza delle parti sul clima (Cop 27), sta lavorando per incrementare la fornitura di elettricità generata da fonti rinnovabili al 20 per cento entro la fine di quest’anno e al 42 per cento entro il 2035, in base alla Strategia integrata per l’energia sostenibile. Il Portogallo vuole diversificare i fornitori e aumentare la quota di eolico e solare nel mix energetico.
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La cosa certa è che non c’è più tempo per le chiacchiere. Gli effetti della crisi climatica sono già evidenti ed è scientificamente dimostrato che l’estrazione di combustibili fossili è fra le principali ragioni. L’adattamento alle conseguenze del riscaldamento globale, come dimostrato da un team internazionale di ricercatori guidato dall’italiano Francesco Pietro Colelli, avrà elevati costi energetici. Se non vogliamo alimentare un circolo vizioso, la crescita della domanda globale di elettricità dovrà essere soddisfatta senza l’emissione di elevate quantità di gas climalteranti.
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