Il monitoraggio dei gas radioattivi è fondamentale per tutelare la salute umana e quella dell’ambiente. Il radon, per esempio, è un gas inodore che si trova nell’elenco delle sostanze cancerogene stilato dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Ecco perché la nanospugna sviluppata dai ricercatori del dipartimento di Scienza dei materiali dell’Università di Milano-Bicocca potrà davvero giocare un ruolo importante, in questo senso. Si tratta di un materiale scintillatore poroso in grado di catturare gli atomi di gas radioattivi, con cui interagisce emettendo luce. Permette di rilevare con tempestività e precisione anche le più piccole quantità di gas, aspetto cruciale nella gestione delle centrali nucleari.
La ricerca pubblicata su Nature Photonics
“Gli attuali rivelatori, basati su scintillatori liquidi, necessitano di preparazioni laboriose e costose, e la loro sensibilità è fortemente limitata dalla solubilità dei gas. La sfida tecnologica dalla quale siamo partiti è stata quella di individuare nuovi materiali scintillatori solidi che fossero contemporaneamente in grado di concentrare il gas radioattivo ed emettere luce visibile, rivelata con elevata sensibilità”, spiega il professor Angelo Monguzzi, che ha guidato la ricerca insieme ai colleghi Angiolina Comotti, Silvia Bracco e Anna Vedda. I risultati del loro studio sono stati pubblicati il 18 maggio sulla rivista Nature Photonics.
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“Il nostro materiale ha dimostrato una sensibilità superiore rispetto ai rivelatori attualmente disponibili in commercio. Proseguiremo quindi la nostra ricerca seguendo un programma di sviluppo fino a realizzare un prototipo in grado di sostituire le tecnologie in uso per la rivelazione di queste sostanze con un dispositivo più semplice, meno costoso e molto più performante”, conclude la professoressa Comotti.
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