Fit55 obiettivi irrealistici. Tommasi: “Stiamo sbagliando approccio. La chiave di tutto è l’efficienza”

L'analisi degli Amici della Terra alla base della prossima XV Conferenza Nazionale per l’Efficienza energetica, il 28 e 29 novembre, a Roma 

Guardare alla transizione energetica in concreto per non perdere il treno della sostenibilità. Questo l’altolà lanciato dagli Amici della Terra all’apertura della XV Conferenza  “L’altra strada per la transizione” in corso oggi 28 novembre e domani a Roma. 

“La riduzione delle emissioni dovute al miglioramento di efficienza energetica sono state molto superiori rispetto a quelle ottenute dal consumo di energia elettrica prodotta dalle energie rinnovabili elettriche intermittenti” rimarca Monica Tommasi presidente degli Amici della Terra illustrando i dati del rapporto realizzato dalla Associazione, Obiettivi e realtà delle politiche climatiche UE in Italia. “Un risultato non comparabile rispetto agli incentivi elargiti. Per questo chiediamo che il Governo riveda il PNIEC ponendo come priorità l’efficienza energetica”.

Dall’analisi dell’Associazione emerge come in Italia “le emissioni diminuiscono poco o non diminuiscono affatto”. Un trend che neanche la crisi economica e la decrescita dei consumi sono riusciti a invertire significativamente. Un dato oggettivo che evidenzia come “Stiamo sbagliando approccio” spiega Tommasi. “Occorre ripartire dall’analisi dei dati. In Italia, ad esempio, i risultati di ormai quasi 20 anni di forte incentivazione ad eolico e fotovoltaico hanno portato nel 2022, ad un contributo di entrambe le fonti del 3,8% sui consumi finali di energia, pari a circa 4 Mtep. Allo stesso tempo, grazie agli effetti degli investimenti in miglioramenti di efficienza energetica tra il 2008 e il 2021 sono stati conseguiti risparmi annuali di energia (o consumi evitati) per 16 Mtep pari al 14% dei consumi finali del 2021, cioè quattro volte tanto. (Vedi nel report Figura 5. Italia consumi finali di energia 2008-2021 e consumi evitati per effetto dei risparmi di energia derivanti da miglioramenti dell’efficienza energetica. Fonte: Institute European Energy & Climate Policy”).

Figura 5

Dove produciamo più emissioni climalteranti

E’ la combustione di prodotti energetici nei diversi settori che comporta l’80% delle emissioni considerate climalteranti.

Secondo l’analisi svolta dagli Amici della Terra sui dati Eurostat e ISTAT emerge come i settori più climalteranti siano: i trasporti (32%) e le industrie energetiche, intese come centrali termoelettriche e raffinerie (26%).

Seguono per importanza il settore residenziale (15%), industria (17%), terziario (8%) e infine agricoltura (2%).

E’ possibile vedere il peso dei diversi settori di utilizzo nella Figura 2. sottostante

 

Figura 2. Emissioni di gas serra in Italia da consumi di energia per settore, 1990-2021
Figura 2. Emissioni di gas serra in Italia da consumi di energia per settore, 1990-2021. Fonte: Elaborazione Amici della Terra su dati Eurostat e ISPRA

Perché gli obiettivi UE Fit55 non sono realistici

Il trend di diminuzione delle emissioni tra il 2005 e il 2014 ha seguito un tasso medio annuo del 3% arrivando allo 0.9% negli ultimi otto anni.

Al crollo dei valori, registrato nel 2020 e dovuto al lock down obbligato dalla crisi Covid, ha fatto seguito un “rimbalzo dei valori emissivi che si è mantenuto costante negli ultimi due anni”. 

Di fatto stando alla proposta dal PNIEC 2023 (linea tratteggiata arancione) viene invece previsto un tasso di decrescita medio annuo delle emissioni pari al 2,7%. Si tratta di una decrescita di tre volte superiore rispetto a quanto fatto negli ultimi otto anni.

Figura 1. Emissioni di gas serra in Italia, 1990-2022, e obiettivi PNIEC al 2030

 

Figura 1. Emissioni di gas serra in Italia, 1990-2022, e obiettivi PNIEC al 2030
Confronto tra l’andamento storico delle emissioni di gas serra dal 1990 al 2022 e gli scenari previsti dai PNIEC e dall’UE per il raggiungimento degli obiettivi al 2030.
Fonte: elaborazione Amici della Terra su dati Eurostat, ISPRA e MASE.

Un dato che verrebbe ancora più stressato dalla proposta di PNIEC 2023 (linea tratteggiata verde) con un tasso di riduzione delle emissioni previsto del 3,2%. Si tratterebbe di arrivare a una riduzione che sia di tre volte e mezzo superiore rispetto all’attuale.

Nonostante ciò stiamo parlando comunque di obiettivi bassi se comparati a quanto richiede la UE con il Fit55 in cui si richiede un tasso di decrescita annuale del 5,5%. Arrivando a sei volte di più rispetto quello registrato negli ultimi otto anni.


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