Nel corso dei primi dieci mesi del 2016 le nuove installazioni di eolico, fotovoltaico e idroelettrico sono diminuite lievemente (- 4%) rispetto allo stesso periodo del 2015. In particolare se si considerano i tre comparti singolarmente emerge come il il fotovoltaico confermi un trend positivo, con una nuova potenza installata pari a 309 MW (+26%), mentre eolico e idroelettrico, se considerati in senso assoluto, registrino un andamento caratterizzato da segno meno. In particolare la potenza di nuovi impianti eolici installati è diminuita del 22% nei primi 10 mesi del 2016 (circa 218 MW), mentre nel caso del comparto idroelettrico il calo si attesta al 32%.
Questi sono solo alcuni dei dati contenuti nell’Osservatorio Rinnovabili 2016 di Anie che ha utilizzato i dati di Terna. Numeri che secondo il Presidente di ANIE Rinnovabili Alberto Pinori non denotano un quadro negativo se considerati in una prospettiva più ampia e globale. Insieme al manager abbiamo approfondito gli scenari emersi dal report.
I dati relativi al settore fotovoltaico ed eolico
Qual è il quadro emerso dal report relativamente al comparto fotovoltaico e quali fattori hanno contribuito a determinarlo?
Iniziamo prendendo in considerazione il fotovoltaico che, come potenza installata, ha registrato un aumento di circa un 20%. Siamo un po’ usciti dal tunnel, abbiamo toccato il picco minimo nel 2014 e ora ci stiamo allontanando da questo picco minimo. Gli elementi che hanno contribuito a creare questo scenario sono diversi: intanto il 2016 è stato un anno migliore rispetto al 2015 in termini di fiducia da parte delle persone e delle aziende, va poi considerato che nel fotovoltaico, per quanto riguarda il residenziale, abbiamo avuto le detrazioni fiscali, lo scambio sul posto che sono andati bene, sono entrati nella testa delle persone. A ciò sui aggiunge il fatto che la ristrutturazione con obiettivo di efficienza energetica sta andando nella direzione giusta per cui la strada principale è diventata l’efficienza energetica di cui il fotovoltaico è un elemento. Va poi considerata la combinazione con la pompa di calore, che sta crescendo bene, e la volontà da parte dell’autorità per l’energia di favorire l’elettrico a discapito del gas.
Sul residenziale ritengo che oramai ci sia uno zoccolo abbastanza duro che è entrato nella testa delle persone e si sta sviluppando sempre di più, perché offre ampie possibilità. La parte invece oltre i 100 kw soffre ancora, è una fascia che non riesce ancora a trovare uno spazio importante nelle imprese. Questa è la parte su cui sicuramente dovremmo vedere di fare qualcosa di più sia a livello associativo sia a livello istituzionale. Abbiamo infatti fatto delle proposte in questo senso ai ministeri per stimolare l’economia.
Per quanto riguarda l’eolico come dobbiamo interpretare i dati emersi dal report?
L’eolico ha vissuto un’esperienza totalmente diversa. Avevamo un decreto fer che sarebbe dovuto uscire all’inizio del 2015 e invece è uscito a meta 2016 perdendo di fatto un anno e mezzo e creando molta incertezza. Inoltre gli iter autorizzativi sono lunghi e complessi e in più in alcune regioni questo comparto non è vissuto in maniera proprio positiva, in questo senso ci sono state delle restrizioni. C’è pero anche un elemento positivo: è uscita adesso con le aste la disponibilità di 830 megawatt e ci sono state addirittura domande per 2 gigawatt, per cui alla fine, se facciamo una fotografia prendendo in considerazione il 2015 rispetto al 2016, va male, ma se adottiamo uno sguardo globale vediamo che il trend è positivo.
Il quadro del comparto idroelettrico
Infine qual è la situazione dell’idroelettrico?
Per i grandi impianti nell’idroelettrico diciamo che è impensabile attenderci grandi sviluppi. L’unico idroelettrico che potrà svilupparsi da qui ai prossimi anni sarà un mini – idroelettrico, ovvero di piccoli impianti, questo elemento è un punto su cui soffermarci. Per quanto riguarda invece gli altri impianti, quelli più grandi, potranno essere eventualmente efficientati per aumentarne la performatività. E’ chiaro, quindi, che si parla di impianti più piccoli, oltre a questo bisogna considerare che ci sono anni in cui piove di più anni in cui piove di meno. In questo senso se andiamo a confrontare la produzione vediamo che ci ci saranno interessi maggiori negli anni in cui si ha la parvenza che ci sia una maggiore produzione rispetto agli anni in cui si pensa che questa produzione magari sia al minimo perché non c’è l’acqua sufficiente.
Tirando le somme e sintetizzando tutti i dati emersi qual è lo scenario emerso dal report?
A livello generale se consideriamo anche le aste dell’eolico non è che il 2016 sia andato così male. io ritengo che nel globale sia andata bene, ci sono soltanto stati dei rallentamenti per gli iter burocratici, parlo soprattutto del decreto fer. Quello che è certo è che abbiamo ormai una massa critica sul fotovoltaico che indipendentemente dall’incentivazione ha un suo mercato, è una realtà molto diffusa, molto distribuita su tanti impianti medi e piccoli ( soprattutto piccoli). Il fotovoltaico, quindi, vive di questa luce. In generale comunque ritengo che le fer globalmente stiano evolvendo bene.
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