Eolico, una sfida europea per la produzione

Il 15 giugno è la Giornata Mondiale del Vento occasione per guardare agli sviluppi costanti di questa fonte energetica

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Eolico off shore immagini di repertorio

Che sia off-shore o on-shore oggi è il suo giorno. Il 15 giugno è la Giornata Mondiale del Vento occasione per guardare agli sviluppi costanti di questa fonte energetica green che sta vivendo una seconda vita anche in Italia con l’apertura verso progetti off-shore. Come tutte le fonti energetiche anche l’eolico è posto sotto l’occhio attento dell’impatto ambientale. Come tutte le innovazioni anche la strada dell’eolico offshore nei nostri mari sta percorrendo le forche gaudine dell’impatto visivo. Emblematico il caso di Civitavecchia in cui è stato richiesto un rendering della percezione delle pale eoliche viste dai turisti in  partenza dal porto.

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Lo “Scenario Net Zero”, ha come obiettivo di generazione eolica annuale 8.000 terawattora (TWh) entro il 2030. Guardando ai dati del 2021 l’Agenzia Internazionale dell’Energia, segnala 830 gigawatt (GW) di capacità eolica installata. Di questi il 93% è costituito da parchi eolici onshore e il 7% da parchi eolici offshore. Secondo i dati di WindEurope, nel 2022 l’eolico ha coperto il 16% della domanda elettrica nell’Ue (17% insieme al Regno Unito) e garantisce 300.000 posti di lavoro in Europa.

Per comprendere quanto questa produzione sostenga le necessità europee basta considerare che la domanda di elettricità in Europa e Nord America nel 2021 è di circa 8.500 TWh.

L’Unione europea vuole che il consumo di elettricità in Europa sia pari al 43% entro il 2030, rispetto al 17% di oggi. Ciò significa costruire 30 GW di nuovi parchi eolici ogni anno.

Serve quindi fare di più “Un’accelerazione necessaria anche per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici man mano che gli impianti di generazione ad alte emissioni di CO2 cederanno il passo a tecnologie più verdi” sottolinea Paolo Raia, Country Chair RWE Renewables Italia. Uno sforzo verso la sostenibilità che secondo l’azienda potrebbe essere ancora più verde utilizzando componenti eolici con “materiali circolari”.

Un problema di approvvigionamenti che potrebbe frenare la crescita dell’eolico

L’accelerazione però avvisano dalla deve essere fatta con criterio. Difatti le circa 250 fabbriche in Europa che producono turbine e componenti segnalano “strozzature” nella catena di approvvigionamento proprio per le esigenze europee. WindEurope segnala come i produttori di fondazioni offshore e le navi di installazione sono al completo per diversi anni.

Per andare avanti verso i propri target l’industria eolica deve acquistare cavi elettrici, riduttori e persino torri in acciaio dalla Cina. Le nuove fabbriche in costruzione potrebbero non essere in grado di sopperire alla massiccia espansione dell’energia eolica di cui l’Europa ha bisogno.

Servono enormi investimenti, sottolinea l’associazione europea c’è bisogno di: fabbriche, porti, reti, navi, gru e lavoratori qualificati.


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