eolico offshore MITE

Lo scorso 23 settembre al MiTe ha avuto luogo una riunione plenaria sugli impianti eolici offshore galleggianti. Presenti all’incontro il capo di Gabinetto Roberto Cerreto, il gruppo di lavoro di funzionari ed esperti che segue la questione per il ministero, esponenti dei ministeri interessati e di tutte le imprese e le associazioni che hanno partecipato all’avviso pubblico del 25 giugno scorso del Mite. Oggetto dell’avviso le manifestazioni d’interesse da parte dei soggetti imprenditoriali in grado di realizzare impianti eolici offshore flottanti.

Le manifestazioni di interesse

Le manifestazioni di interesse sono state 64: 55 da parte di imprese e associazioni di imprese, tre da parte di associazioni di tutela ambientale quali, Wwf, Legambiente e Greenpeace. Le ultime sei da altri soggetti, tra cui, Anev, Elettricità futura, Cna, Cgil, il politecnico di Torino e l’associazione di ricercatori Owemes. 

Le proposte avanzate

16 proposte sono già corredate da progetti per la realizzazione di specifici impianti offshore flottanti, da collocare, in sei casi, oltre le 12 miglia. 

I criteri di valutazione

I criteri di valutazione per ogni singolo progetto sono: la minimizzazione degli impatti ambientali, la celerità della realizzazione e il dimensionamento ottimale di ciascun progetto sotto il profilo della produzione energetica.

C’è accordo tra le parti

Unanime l’accordo tra associazioni ambientaliste e operatori economici per il progetto del ministero. Infatti si inaugura una nuova modalità nel confronto tra amministrazione, imprese e soggetti portatori di interessi pubblici.

Nuove tecnologie per minimizzare l’impatto ambientale

Le nuove tecnologie per realizzare impianti eolici offshore galleggianti al largo delle coste saranno in grado di minimizzare l’impatto ambientale e paesaggistico e quindi di evitare problemi dovuti all’accettazione di certe opere, spesso bloccate sulla terraferma. 

Soddisfazione generale dunque, da parte dei rappresentanti del ministero. Questo clima di collaborazione potrà consentire, tra l’altro, di ottenere in tempo rapidi la definizione e approvazione dei progetti.

Il ruolo di Terna

Terna avrà un ruolo fondamentale nel minimizzare l’impatto derivante dalla messa a terra dei cavi di trasporto dell’energia elettrica prodotta.

Il capo di gabinetto del MiTe osserva che l’offshore è uno dei passaggi che porteranno alla transizione energetica, anche se va ancora sviluppato l’onshore.

Verso il superamento della sindrome Nimby

Negli anni, i contrasti tra ministero e amministrazioni hanno paralizzato la costruzione di impianti che avrebbero già potuto produrre tanti Gigawatt, ma si sta lavorando pure con la Presidenza del Consiglio per superare i problemi: “Non sono obiettivi velleitari ma molto impegnativi”, ha affermato in una nota stampa Cerreto.

Il ministero ha annunciato che continuerà a seguire con grande interesse il progetto e che già la prossima settimana inizieranno le riunioni bilaterali con i presentatori dei singoli progetti.


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