L’eolico off shore galleggiante rappresenta una possibilità per l’Italia. E’ quanto emerge dai diversi dati esposti nel corso dell’evento organizzato oggi 18 settembre da ANIE, la Federazione nazionale delle imprese elettrotecniche ed elettroniche, e da Elettricità Futura, la principale Associazione nazionale della filiera industriale del settore elettrico.
“I fondali del Mediterraneo non consentono l’ancoraggio sul fondale marino e richiedono, invece, i sistemi galleggianti che non sono così diffusi a livello globale. L’Europa ha oggi un ruolo di leadership su queste tecnologie” sottolinea nella nota stampa Filippo Girardi, presidente ANIE Federazione. “Il fattore tempo è fondamentale per raggiungere gli obiettivi entro il 2030; determinante sarà la sinergia tra i vari attori della filiera e il sincronismo dei loro investimenti in un quadro normativo che agevoli e acceleri le iniziative, unitamente ai sistemi di accumulo”.
“Bisogna lavorare per rendere competitivo l’eolico offshore flottante.” rimarca Agostino Re Rebaudengo, presidente Elettricità Futura. “Inizialmente anche il solare comportava costi più elevati che nel giro di pochi anni sono drasticamente calati. Disporre di un quadro autorizzativo efficace aiuterà certamente anche questo settore innovativo”.
I dati della crescita delle rinnovabili in Italia
Il Global Wind Energy Council non ha dubbi: l’Italia è il terzo mercato a livello mondiale per potenziale di sviluppo dell’eolico galleggiante e in prospettiva può candidarsi a leader della filiera tecnologica in Europa.
Unico neo il quadro normativo e regolatorio che serve sia “stabile a lungo termine” e la necessaria “velocizzazione degli iter autorizzativi” dei nuovi impianti.
D’altronde bisogna arrivare a istallare 76 GW di rinnovabili entro il 2030. Dati a cui vanno a sommarsi gli 8 GW di impianti esistenti obsoleti da sostituire. una necessità che richiede un ritmo di istallazioni di oltre 12 GW all’anno.
In questo scenario la tecnologia dell’eolico offshore flottante può rappresentare una soluzione visto il suo potenziale di 207,3 GW, secondo gli studi del Politecnico di Torino. Si tratta di 3,4 volte la potenza rinnovabile totale installata al 2022.
“Lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante promette importanti sinergie tra la filiera nazionale dell’eolico e il comparto manufatturiero italiano, due eccellenze del Made in Italy competitive a livello mondiale. Possiamo sviluppare la filiera nazionale facendo leva sui primati industriali raggiunti dall’Italia a livello europeo nei settori del ferro e dell’acciaio e nella produzione di piattaforme galleggianti” sottolinea Rebaudengo.
Secondo le associazioni intervenute si tratterebbe di realizzare 360 miliardi di benefici economici e 540.000 nuovi posti di lavoro al 2030.
L’evento ha anche approfondito il ruolo dei porti e delle infrastrutture portuali per l’eolico offshore italiano.
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