Dopo cinque anni e mezzo di battaglie è stato siglato lo storico accordo tra Endesa e i migliaia di cittadini in povertà energetica in Catalogna. Sono circa 35mila le persone a cui verrà cancellato sia il debito pregresso accumulato verso la compagnia tra il 2015 e il 2020 sia annullati ulteriori nuove pendenze.

Un accordo sofferto che ha visto lungamente la compagnia Endesa rifiutare l’accordo di coprire il 50% dei contenuti, ricorda in una nota stampa l’Aliança contra la Pobresa Energètica (Ape). Scelta che nel 2019 si è fatta insostenibile e che ha portato proprio Endesa a pretendere una partecipazione del 50% dei comuni interessati e che l’ha coinvolta direttamente per il restante 50%.

L’attuale crisi sanitaria avrà un impatto diretto, come abbiamo già iniziato a vedere, su decine di migliaia di famiglie che non saranno in grado di far fronte alle loro bollette di fornitura di base. In questo contesto, è chiaro che la partita si giocherà a livello statale e non ci fermeremo fino a quando Endesa e il resto delle grandi aziende non assumeranno il 100% del costo della povertà energetica, di cui sono direttamente responsabili” dichiara l’Ape. “Per molte famiglie catalane, oggi è un nuovo inizio. Per l’Ape, questa vittoria è un ulteriore passo verso il raggiungimento del riconoscimento effettivo del diritto di tutti i cittadini all’energia e all’acqua”.

I termini dell’accordo di Endesa in Catalogna

L’accordo, siglato dalla amministrazione catalana ed Endesa lo scorso 29 marzo, è il risultato di un gruppo di lavoro formato dalla Generalitat de Catalunya, attraverso i suoi dipartimenti del lavoro, affari sociali e famiglie, impresa e competitività, i consigli provinciali di Barcellona, ​​Tarragona, Girona e Lleida, il consiglio comunale di Barcellona, ​​l’Area metropolitana di Barcellona, ​​enti municipali ed enti sociali, di cui è stata parte attiva la stessa Ape. La proposta finale è stata presentata a dicembre 2019 per mano dello stesso presidente Torra.

L’accordo definitivo prevede una partecipazione della compagnia al 100% da luglio 2015 al 2018 ed equamente spartito con l’amministrazione pubblica locale il restante debito accumulato tra il 2019 e 20 stimato oltre 21milioni di euro.

Per i prossimi pagamenti provvederà a partecipare la costituzione di un fondo di assistenza sociale che interverrà nel sostegno alle famiglie nella partecipazione Endesa e le Amministrazioni contribuiranno per il 50% a questo fondo.

“D’ora in poi, continueremo a lavorare perché il Fondo Solidale per l’Assistenza sia messo in funzione il prima possibile e che nessuna famiglia accumuli debiti con Endesa e passi come queste 35.000 famiglie. D’altra parte, Endesa è stata la prima grande azienda a cadere, ma non ci fermeremo fino a quando il resto delle società dell’oligopolio – tra cui Naturgy e Iberdrola – non firmeranno lo stesso accordo nel prossimo futuro”, dichiara in una nota l’Ape.

“Dopo il grande traguardo raggiunto con l’approvazione della Legge 24/2015, spinta attraverso un Ilp che ha vietato i tagli di fornitura alle famiglie vulnerabili, la prima azienda energetica per numero di clienti nel territorio catalano cede e firma un accordo, che cinque anni fa era totalmente impensabile. Ed è stato così perché, nonostante la legge catalana, è diventato il testo più garante in termini di forniture di base nel nostro ambiente stabilendo la consultazione obbligatoria con i servizi sociali comunali prima di effettuare un taglio per mancato pagamento; e la garanzia della fornitura nel caso in cui la famiglia fosse in una situazione di vulnerabilità, il 24/2015 non poteva imputare alle aziende l’assunzione di mancati pagamenti, per i limiti di competenza della Catalogna. Pertanto, il debito è stato lasciato nelle mani di accordi che richiedevano il consenso tra le aziende e l’Amministrazione”.

Una risposta ai disagi che il popolo spagnolo sta vivendo a causa della forte disoccupazione e che vede un altro fronte da sconfiggere a Madrid con la baraccopoli di La Cañada Real. 


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