L’Italia è un paese più virtuoso di quanto non si creda. Le emissioni di gas serra sono diminuite in quasi tutti i settori negli ultimi anni, grazie soprattutto alla crescita della produzione energetica da fonti rinnovabili e al passaggio all’uso di combustibili a minor contenuto di carbonio. Lo riportano i dati ISPRA nel rapporto “Le emissioni di gas serra in Italia. Obiettivi di riduzione al 2030”.
#Emissioni di #gasserra: trend in diminuzione in quasi tutti i settori, ma i livelli nazionali sono ancora in crescita.
Determinante l’aumento costante dei trasporti stradali.
Leggi il comunicato stampa: https://t.co/4St4lvSf8V pic.twitter.com/KzwEtvyTGb— ISPRA – Ist. Sup. Protezione e Ricerca Ambientale (@ISPRA_Press) May 9, 2024
Ciononostante ci sono delle criticità: le stime preliminari del 2023, pur osservando un calo delle emissioni totali di circa il 6,2%, hanno segnato il superamento del limite consentito per lo stesso anno. Questo risultato è dovuto principalmente all’assenza di riduzione delle emissioni di gas serra provenienti dai trasporti stradali che, nonostante le direttive europee, procedono sui livelli emissivi del 2014.
Il problema dei trasporti
Il regolamento Effort Sharing prevede una riduzione di quasi il 44% rispetto al 2005 delle emissioni prodotte da trasporti, residenziale, agricoltura, rifiuti e industria. La mancata diminuzione delle emissioni di trasporti e del residenziale ha quindi portato a un progressivo avvicinamento dei livelli emissivi italiani ai tetti massimi consentiti, fino al loro superamento sia nel 2021 che nel 2022. A differenza dei periodi precedenti, in cui l’Italia ha sempre rispettato gli obiettivi di riduzione assegnati.
Le variazioni percentuali delle diverse categorie emissive nel 2022 mostrano come le emissioni derivanti dalla categoria dei trasporti siano aumentate del 7% rispetto al 1990. Al contrario, tutti gli altri settori economici hanno registrato marcate diminuzioni, ad eccezione della gestione dei rifiuti, che contribuisce con il 5% al totale nazionale.
“Per conseguire gli obiettivi fissati dalle norme europee sarà necessario incrementare gli sforzi sia nel settore trasporti, anche riducendo la domanda di mobilità privata e favorendo lo switch tecnologico e modale di persone e merci, sia nel settore civile dove il ruolo delle nuove tecnologie risulta determinante” – ha dichiarato il Direttore generale ISPRA, Maria Siclari.
Oltre ai trasporti inquinano anche i riscaldamenti degli edifici
Nel 2022 l’Italia ha raggiunto un totale pari a 413 milioni di tonnellate di CO2 emessa in atmosfera, lo 0,4% in più rispetto al 2021. Oltre ai trasporti, che hanno contribuito al 26% del totale nazionale, nel periodo di riferimento i settori più inquinanti sono stati la produzione energetica (23%), le emissioni residenziali (18%) e l’industria manifatturiera (13%).
Il settore residenziale, tuttavia, presenta ampi margini di miglioramento secondo l’ISPRA, se si affidasse all’elettrificazione e alle fonti rinnovabili.
Il settore energetico
La riduzione di CO2 in atmosfera è dovuta principalmente alla riduzione delle emissioni osservata nelle industrie energetiche, manifatturiere e nelle costruzioni. Nel periodo preso in esame, infatti, le emissioni delle industrie energetiche sono diminuite di circa il 31%, mentre quelle delle industrie manifatturiere e delle costruzioni di oltre il 40%.
“Le industrie energetiche sono quelle che hanno ridotto in materia più repentina la propria impronta carbonica, perché si sono affidate sempre di più alle rinnovabili”, ha spiegato Antonio Caputo dell’ISPRA.
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