Ecoreati, le nuove Linee Guida di FISE Assoambiente (Confindustria)

Shutterstock 271807145Definire disposizioni organizzative e procedurali per formare i dipendenti e i dirigenti di un’impresa o di un ente ed evitare che possano commettere reati ambientali. E, soprattutto, esimere la società da conseguenze sanzionatorie per i reati commessi dai propri “giocatori”.

Sono le Linee Guida di FISE Assoambiente, l’Associazione Imprese Servizi Ambientali di Confindustria, redatte in collaborazione con Certiquality e presentate a Roma il 25 febbraio.

“Le Linee Guida presentate oggi sono il frutto di un impegnativo lavoro riconosciuto anche dal Ministero di Giustizia, finalizzato a promuovere concretamente la legalità nel mercato della gestione rifiuti, ad alimentare la fiducia e a tutelare il capitale reputazione e di immagine delle imprese comportato”, ha commentato Giulio Manzoni, Presidente FISE Assoambiente.

L’almanacco nasce in risposta al D.Lgs. 231/2001 che ha introdotto nell’ordinamento giuridico italiano la responsabilità amministrativa diretta e personale dell’errata gestione dei rifiuti (che si tratti di raccolta, trattamento o attività intermedia di commercio). Suoi punti di forza i Modelli Organizzativi Gestionali (MOG) che, attraverso la preventiva analisi dei rischi e della fattispecie di reato in cui si può incorrere, stabiliscono delle “regole aziendali” da applicare ai compiti dei lavoratori e alle funzioni dell’area.

“Un’analisi specifica di ciascuna azienda e la correlata definizione di procedure personalizzate e incoerenti con la realtà aziendale resta infatti un elemento essenziale per garantire la compliance ambientale”, ha sottolineato L’Avv. Luca Geninatti Satè di Legance Avvocati Associati.

I MOG, che devono essere resilienti ai cambiamenti interni ed esterni alla società e sottoporsi ad una revisione periodica (tra gli esempi di controllo specifici c’è quello a campione su impianti di condizionamento/refrigerazione o pompe di calore), prevedono quindi un codice etico, chiarezza nella struttura organizzativa, monitoraggio del sistema e comunicazione e formazione del personale.

La loro adozione resta, comunque, facoltativa. Ma la speranza è che diventi prassi comune, ad esempio, la corretta gestione dei materiali di scarto prodotti in seno ad un’azienda o un ente, la pianificazione della manutenzione degli impianti e il monitoraggio delle risorse naturali come acqua, suolo e qualità dell’aria.

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