Un’economia senza gas, il costo della riconversione energetica

I temi al centro del I° Convegno su "Il Futuro del Gas in Italia nel Nuovo Contesto Geopolitico", organizzato da A.R.T.E, Associazione di Reseller e Trader di Energia e Gas

Conoscere meglio i costi dell’energia e soprattutto il ruolo del gas nel mix energetico nazionale. Questo lo scopo del I° Convegno su “Il Futuro del Gas in Italia nel Nuovo Contesto Geopolitico”, organizzato da A.R.T.E, Associazione di Reseller e Trader di Energia e Gas, che si svolgerà a Roma, presso l’Auditorium del GSE a Viale Maresciallo Pilsusdsky, nel pomeriggio del 29 ottobre dalle 15:00.

“Il tema che vogliamo sottolineare è: ma senza il gas quali sono le tempistiche e l’iter che dobbiamo fare e qual è il costo per farlo? Siccome nel breve periodo tutto questo è impossibile e nel medio probabilmente è difficile. Nel lungo periodo è difficile capire ora come ci potremo muovere” spiega Diego Pellegrino portavoce della Associazione.

Vogliamo cercare di portare al tavolo tutti gli stakeholders sul tavolo così che si possa analizzare in maniera davvero poliedrica questa materia“.

Cosa vuol dire eliminare il gas nel mix energetico della transizione

Passare ai fornelli induzione, alle pompe di calore alle auto elettriche quanto ci costa? “Stiamo chiedendo una conversione da gas a elettrico ma quanto ci costa”. Si tratta di una riconversione del budget familiare che non si può fare interamente con il capitale privato.

“Rispetto ai paesi europei abbiamo un costo che non ha confronti. Partiamo già con un prezzo dell’energia molto elevato come Paese” rimarca. Un ragionamento che segue in parte i dati dello studio di Bip Consulting in cui si evidenzia come solo 1,76 milioni di abitazioni sono facilmente convertibili con sole tecnologie di riscaldamento e raffrescamento elettrico rispetto le oltre 10mila del nostro Paese.

“Il potere di acquisto delle nostre famiglie si è già molto ridotto” un fattore che secondo pellegrino non va sottovalutato nell’impatto reale sul territorio.

Servono reti realmente smart

Le reti dovranno ragionale in maniera completamente diversa, sia sotto il profilo informatizzato ma anche di gestione della delocalizzazione della produzione energetica.
“Nella situazione attuale ti dico che non sono in grado. Sappiamo già che oggi circa l’8-9% dei contatori non sono letti?”.

In tanti stanno sottovalutando anche l’aspetto della rendicontazione. “Il nostro mestiere futuro sarà sempre di più su questo tipo di novità. D’altronde riuscire a gestire produzione e consumo livello locale permetterebbe di risparmiare e stabilizzare le reti“. Stiamo parlando di aggregati che devono gestire sia immissione che prelievo.

“La dinamicità dell’offerta in un futuro sarà qualcosa che sarà in tutte le offerte. Ora non è ancora possibile. Anche questa è una evoluzione“.

Per questo secondo Pellegrino è necessario “fare uno studio per capire le fattibilità“. Non basta come rimarca il portavoce di A.R.T.E. dire che “aumento delle rinnovabili è uguale a un minore costo dell’energia”.

 


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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.