Questa settimana, il governo danese di centrodestra si è accordato con i rappresentanti degli agricoltori per introdurre una tassa sulle emissioni di gas serra generate da vacche, pecore e maiali a partire dal 2030.
Se la misura riceverà l’approvazione da parte dell’assemblea parlamentare, la Danimarca diventerà la prima nazione del mondo a essersi assunta un impegno simile.
A quanto ammonta la tassa
Gli allevamenti generano quotidianamente grandi quantità di anidride carbonica e metano: Una tipica mucca danese, stando a quanto riporta NPR, produce circa 6,6 tonnellate di CO2 equivalente all’anno.
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A partire dal 2030, gli allevatori danesi dovranno pagare una tassa di 300 corone (40 euro) per tonnellata di anidride carbonica equivalente, che nel 2035 aumenterà fino a 750 corone (100 euro). Beneficeranno però di una detrazione fiscale del 60 per cento che ridurrà notevolmente l’importo effettivo.
Qual è l’obiettivo della Danimarca
L’obiettivo della misura è di ridurre le emissioni nazionali di gas serra del 70 per cento entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, come ha dichiarato il Ministro delle Finanze, Jeppe Bruus.
Danmark forandres med “Aftale om et Grønt Danmark” Med aftalen indfrier vi 70-procent målet. Første land i verden, der indfører CO2-afgift på landbrug. Kvælstof! Gigantisk plan for skov. Den største omkalfatring af Danmarks landkort i flere hundrede år!🇩🇰👏❤️ pic.twitter.com/rM5ThHTgZV
— Jeppe Bruus (@JeppeBruus) June 24, 2024
“Compiremo un grande passo avanti verso il raggiungimento della neutralità climatica nel 2045”, ha detto il Ministro. “Saremo il primo Paese a introdurre una vera tassa climatica sull’agricoltura, e speriamo che altri seguano l’esempio”.
Solo pochi giorni prima, la Nuova Zelanda aveva invece rinunciato all’applicazione di una legge simile, che sarebbe dovuta entrare in vigore nel 2025.
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