Crisi climatica ed energia perché è importante parlarne “con competenza”

Tra le tante lezioni, in negativo, che ci ha lasciato la pandemia da Covid-19 c’è anche l’impatto che una corretta informazione può avere per favorire una buona gestione delle crisi nella società. Questo rende ancora più evidente quanto sia strategico il ruolo dei media nell’affrontare la crisi climatica. A cominciare dal termine.

E’ il The Guardian che decide nel 2019 di non parlare più di cambiamento climatico ma di crisi. E da lì diversi media generalisti lo hanno seguito, fino a renderlo prassi consolidata.

E in Italia?

Il dibattito climatico nei media generalisti vive diverse vicissitudini. Non a caso a luglio 2023, 100 scienziati e studiosi italiani hanno firmato un appello rivolto ai giornalisti italiani per chiedere una corretta e completa informazione relativa alla crisi climatica e alle sue conseguenze.
Ma come e quanto si parla di crisi climatica sui media? All’inizio il tema era collegato soprattutto solo a eventi estremi. Ora sta aumentando la sua presa sulla stampa ricoprendo anche le prime pagine, intese come la 2, la 3 e la 5 sul cartaceo, guadagnando le prime pagine ancora solo per eventi estremi.

Ma c’è una differenza tra web e stampa come evidenzia il rapporto Ecomedia che ha individuato le tematiche più centrali sull’aspetto clima e le testate più attente.

A primeggiare i temi più citati sono quelli legati alla crisi climatica e a seguire (ultimi dati disponibili attinenti al 2022) segue il tema dell’energia. Sul cartaceo l’Avvenire è una delle testate con più attenzione all’ambiente, mentre on line vediamo primeggiare il Resto del Carlino e la Repubblica. Su termini chiave legati strettamente all’aspetto energetico on line è primo il Sole24ore.

Avvenire
Fonte Greenpeace

Ma che effetto genera questa attenzione dei media? Un dato che sembra rincuorare è la seconda edizione del Barometro della Trasformazione ecologica, appena uscito, condotto dall’azienda Veolia in collaborazione con la società di consulenza Elabe il 75% degli italiani si dichiara convinto che agire per la trasformazione ecologica costerà meno che l’inazione ambientale (ben oltre la media mondiale, 66%). Inoltre per 9 italiani su 10 la trasformazione ecologica non può e non deve essere raggiunta senza il pieno coinvolgimento dell’opinione pubblica e di tutti gli stakeholder.

L’agenda setting politica e la sua influenza sui media

Nonostante ciò nel nostro Paese sta crescendo lo scetticismo sulle cause della crisi climatica con un 19% di negazionisti climatici. Un dato che in parte sembra seguire un trend più di comunicazione politica, veicolata di conseguenza dai media.

Stando ai dati del barometro di Greenpeace queste sono le dichiarazioni dei nostri politici nel primo quadrimestre dell’anno in termini di clima e transizione energetica:

  • Dal 1° gennaio al 30 aprile 2024 sono 93 le dichiarazioni pertinenti la crisi climatica e la transizione ecologica/energetica dei 13 leader politici campione.
  • Il leader con il maggior numero di dichiarazioni è il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.
  • 86 dichiarazioni esprimono posizioni nei confronti di azioni per il clima o la transizione ecologica: 40,7% a favore, 59,3% contenenti resistenze.
  • La premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e leader della Lega Salvini sono le voci più critiche.. 
  • Le narrative di resistenza più frequenti riguardano i costi eccessivi della transizione e l’Ideologia della transizione, ascritta all’Unione Europea e alla sinistra italiana, a cui i leader della maggioranza e membri del Governo oppongono un approccio «pragmatico» e «una via italiana».

Le news sul web sono altalenanti

Il passaggio dal regime di tutela al Mercato libero è avvenuto il 1°gennaio 2024. Per la fornitura di energia elettrica, il passaggio è obbligatorio dal 1° luglio 2024 per i privati, mentre per le microimprese la transizione si è conclusa ad aprile 2023. Ma cosa è successo nel web?

Andamento del termine Libero mercato.
Andamento del termine Libero mercato. Fonte: Google trends

A fare informazione sono prettamente i player del mercato. In questo caso Octopus energy è uno dei più competitivi.

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Andamento del termine Libero mercato. Fonte: Google trends

Mentre se guardiamo al trend di sole news c’è un picco clamoroso e poi nulla.

Andamento del termine Libero mercato.
Andamento del termine Libero mercato. Fonte: Google trends

Questo rende ancora più evidente quanto sia strategico il ruolo dei media nell’affrontare la transizione energetica. Contrastare una informazione non scientifica sul clima è necessario per assicurare un coinvolgimento attivo e propositivo della società.

Contrastare l’informazione non scientifica è un primo passo

Contrastare un’informazione non scientifica sul clima è quindi necessario per assicurare un coinvolgimento attivo e propositivo della società. Su questo sono state prodotte diverse guide e studi per comunicare al meglio la crisi climatica. Dall’ONU ad alcuni think tank, di cui anche italiani. Nel complesso tutti concordano sulla necessità di trasformare la narrazione in chiave positiva, parlando delle soluzioni esistenti e attuabili e anche sull’impatto nel presente della crisi climatica. L’obiettivo è rendere partecipi e propositivi i cittadini, evitando distanze culturali, temporali e attuative. Il che ci fa tornare al nostro punto di partenza: i media influenzano la società e bisogna usarli bene.


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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.