Condizionalità per i terreni incolti il nuovo regolamento UE nei giorni delle proteste degli agricoltori

In questi giorni di proteste degli agricoltori in tutta Europa, oggi anche a Roma. La Commissione europea ha avviato alcune trattazioni. E del 13 febbraio l’approvazione del nuovo regolamento che concede agli agricoltori europei un’esenzione parziale dalla regola della condizionalità per i terreni incolti.

Decade l’obbligo di mantenere i terreni a riposo o di mantenere caratteristiche improduttive sul 4% dei seminativi. Gli agricoltori dell’UE che coltivano colture azotate di fissazione (come lenticchie, piselli o fave) e/o catturano colture senza prodotti fitosanitari sul 4% dei loro seminativi saranno considerati come rispondenti al requisito GAEC 8.

E’ possibile comunque continuare a soddisfare tale requisito con terreni incolti o con caratteristiche non produttive.

Gli Stati membri potranno quindi modificare i propri sistemi ecologici a sostegno delle zone non produttive per tener conto della base alternativa prevista dalla condizionalità BCAA 8. Per farlo sarà sufficiente inviare una semplice notifica alla Commissione europea che aggiorni gli ecoregimi in questione.

Gli Stati membri che desiderano applicare la deroga a livello nazionale devono notificarla alla Commissione entro 15 giorni dall’entrata in vigore del regolamento in modo che gli agricoltori possano essere informati quanto prima.

La tutela della biodiversità potrebbe essere messa a rischio

Si tratta di una proposta “calibrata per garantire il giusto equilibrio tra l’offerta di un adeguato sollievo e flessibilità agli agricoltori che si trovano ad affrontare numerose sfide da un lato e la protezione della biodiversità e della qualità del suolo dall’altro” stando alla nota stampa della Commissione ma non sono tutti d’accordo.

Non la pensano così Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura che in una approfondita nota stampa sottolineano come questa deroga di fatto trasformi “gli obiettivi delle strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” in “innocue dichiarazioni di principi generali, senza nessun effetto concreto”. Questo guardando al quadro di insieme che registra il “ritiro del Regolamento SUR per la riduzione dell’uso dei pesticidi e alla cancellazione degli obiettivi di taglio delle emissioni al 2040 dei gas clima alteranti imputabili all’agricoltura e alla zootecnia”, 

Secondo l’Associazione le attuali politiche europee abbiano allontanato gli agricoltori dalla transizione ecologica vivendola come il nemico da combattere.

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I limiti di una visione che guarda solo ai grandi e storiche aziende agricole

Secondo le Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura le contestate regole agroambientali avrebbero dovuto “correggere le distorsioni di questa politica europea” ma questo non è accaduto. Quindi la grande percentuale degli aiuti è rimasta “profondamente iniqua, con l’80% dei 387 miliardi di euro previsti nel periodo 2021-2027 che verranno distribuiti solo al 20% delle aziende agricole”.

La causa secondo #CambiamoAgriocoltura è da ricercare in “conflitti di interesse su posizioni conservatrici in difesa di privilegi e rendite storiche”.

Una visone che sembra impermeabile al commento di Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, “Solo se i nostri agricoltori potranno vivere della loro terra investiranno nel futuro. E solo se raggiungeremo insieme i nostri obiettivi climatici e ambientali, gli agricoltori potranno continuare a guadagnarsi da vivere. I nostri agricoltori lo sanno bene. Questa misura offre flessibilità agli agricoltori, pur continuando a ricompensarli per il loro cruciale lavoro volto a promuovere la sicurezza e la sostenibilità alimentare dell’UE. Presto presenteremo altre proposte per contribuire ad alleviare la pressione che i nostri agricoltori devono affrontare.”


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