comunità energetiche

Il 65% degli italiani si aspetta che il numero di comunità energetiche rinnovabili (Cer) superi le cinquecento unità nel prossimo triennio e il 35% ritiene che se ne possano costituire più di mille. Lo evidenzia la ricerca presentata il 25 ottobre a Milano da Anie Rinnovabili. Una previsione che segnerebbe una crescita record di questa nuova configurazione: secondo l’ultima mappatura realizzata da Legambiente, a maggio di quest’anno, in Italia esistono cento Cer. Di queste solo 35 sono operative, 41 in fase di progettazione e 24 stanno attivando le prime procedure verso la costituzione.

Secondo lo studio, a trainare la diffusione delle comunità energetiche c’è la volontà di mettersi al riparo dal caro energia (40%). Una percentuale significativa (31%) indica anche ragioni legate all’ecosostenibilità.

Forte entusiasmo per le Cer

La ricerca mette a fuoco un forte entusiasmo “per questa nuova fattispecie giuridica che, di fatto, garantisce a cittadini, pubblica amministrazione, piccole e medie imprese e terzo settore di accedere a vantaggi economici e parafiscali oltre che ambientali e sociali attraverso la produzione, condivisione e consumo di energia prodotta da impianti a fonte rinnovabile”, si legge nella nota stampa. Gli addetti ai lavori hanno acquisito le competenze in materia, come dichiarano nove intervistati su dieci, anche se il 35% del campione ammette di non conoscerne in modo chiaro le applicazioni, segno evidente sono in una fase di analisi dei business model.

Come ricorda Anie Federazione, un passo importante è stato compiuto assieme all’Associazione nazionale dei Comuni italiani, “con cui è stato firmato a fine settembre un protocollo per la condivisione di informazioni tecniche e normative sulle Cer, così come su tutti gli interventi di riqualificazione degli edifici, privati e pubblici, che ne migliorino l’efficienza energetica”, viene evidenziato nella nota dal direttore generaleMaria Antonietta Portaluri.

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Comunità energetiche rinnovabili alla prova del mercato

I risultati della survey fotografano un settore in cui gli operatori sono pronti a partire. Tra la molteplicità dei business model adottabili, gli addetti ai lavori ne individuano due: energy performance contracting e gestione operativa di servizio integrato. Ciò testimonia la volontà di essere parte integrante del progetto Cer, “attori in prima fila che si mettono in gioco per accompagnare i membri della CER ad ottenere quei benefici ambientali, economici e sociali”, sottolinea il segretario di Anie Rinnovabili, Michelangelo Lafronza.

C’è attesa per la delibera di Arera che dovrebbe giungere nelle prossime settimane e, a seguire, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale che “tutti noi auspichiamo sia messo tra le priorità dell’agenda del nuovo ministro della transizione ecologica anche per consentire l’accesso alle risorse stanziate dal Pnrr”, continua Lafronza, aggiungendo: “L’uso delle tecnologie abilitanti la gestione in tempo reale sarà fondamentale per il successo delle iniziative, così come le semplificazioni delle procedure operative”, conclude la nota.

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