Con un atto amministrativo il Ministero dell’Ambiente dovrebbe ammettere l’uso del fluff, la frazione leggera proveniente dalla frantumazione dei veicoli oggi destinata quasi interamente alla discarica, alla produzione di combustibile solido secondario (CSS) destinato a cementifici e termovalorizzatori. A dare l’annuncio il Capo della Segreteria tenica del Ministero dell’Ambiente Carlo Maria Medaglia intervenuto in collegamento video al convegno “Il Recupero dei veicoli fuori uso al centro dell’Economia Circolare”, promosso a Ecomondo (Rimini, 7-10 novembre) dall’Associazione nazionale demolitori autoveicoli (AIDA) aderenti a Fise Unire.
Recupero energetico
Estremamente positivo il parere del Vicepresidente di AIDA Simone Pollini: “Si apre per il nostro settore un nuovo scenario che finalmente ci avvicina ai paesi europei che hanno già individuato soluzioni adeguate per il trattamento del fluff, consentendo di recuperare in chiave energetica questo materiale, attualmente destinato in Italia per la maggior parte a discariche dedicate, particolarmente onerose per chi produce questa tipologia di scarto“, ha evidenziato in nota stampa.
I numeri del fluff
Ogni anno in Italia si demoliscono 1 milione di veicoli e l’85% dei materiali provenienti dal trattamento viene avviato al riciclo e reimpiegato. Queste buone prestazioni, però, non bastano a raggiungere il target del 95% di recupero complessivo fissato dall’UE. La decisione del Ministero dell’Ambiente potrebbe incrementare questa percentuale: annualmente nel Paese si producono 200.000 tonnellate di fluff e, una parte di questa, opportunamente trattata in impianti autorizzati e certificati, potrà divenire un combustibile “End of waste”.
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