“Adeguarsi alla norma vorrebbe dire destrutturare aziende sanissime ed efficienti”. Questa la posizione di Utilitalia ed Elettricità Futura audite lo scorso 22 giugno, in commissione Lavoro della Camera dei Deputati sulle conseguenze dell’applicazione dell’articolo 177 del Codice dei contratti pubblici.
Codice contratti pubblici, i rischi per i lavoratori
Il riferimento è alla qualità e alla continuità dei servizi dovuta all’esternalizzazione dell’80% di servizi e opere. In particolare, i timori riguardano “il possibile licenziamento di migliaia di lavoratori altamente specializzati, a detrimento di esperienza, competenza e conoscenza specifica, e la perdita di valore patrimoniale per gli enti locali proprietari”, si legge in una nota stampa congiunta.
L’applicazione dell’articolo 177 del Codice dei contratti pubblici “non tiene conto di legittimi affidamenti, di situazioni transitorie legate ai processi di liberalizzazione concordati con Bruxelles e della tutela costituzionale della libertà d’impresa”, rimarcano in nota stampa.
Per ovviare a tali problemi, la richiesta è di “esternalizzare almeno un ulteriore 30% delle attività nei comparti elettrico ed illuminazione pubblica, gas, servizi ambientali e teleriscaldamento”. Questo considerato che “la media delle attività svolte direttamente si attesta già intorno alla metà dei costi totali della produzione”. Ciò consentirebbe la “dismissione del corrispondente valore dei fattori della produzione interni quali, innanzitutto, il lavoro ed immobilizzazioni materiali ed immateriali”.
Altrimenti ai concessionari, conclude la nota, spetterebbe una “drastica riduzione della forza lavoro nei settori della distribuzione dell’energia elettrica e gas e della gestione dei rifiuti”. Una esternalizzazione realisticamente compresa tra l’80 ed il 95% dei servizi comporterebbe “la perdita di oltre 145mila posti di lavoro nel breve-medio periodo nell’intero comparto, come denunciato dai sindacati”.
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