Con la dichiarazione di Sunnylands, i governi di Cina e Stati Uniti hanno annunciato la volontà di cooperare nella lotta contro la crisi climatica, definendola come “una delle più grandi sfide per le generazioni presenti e future”. È successo il 14 novembre in California, alla vigilia dell’incontro del 15 fra il presidente americano Joe Biden e quello cinese Xi Jinping.
Cosa prevede l’Accordo di Sunnylands fra Cina e Stati Uniti
L’intesa è frutto degli incontri fra gli inviati speciali per il clima dei due Paesi, Xie Zhenhua e John Kerrry, che guideranno anche un apposito gruppo di lavoro per assicurarne la concretizzazione. Le due nazioni collaboreranno per garantire il successo della COP28 di fine mese, così da mantenere vivi gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, e sosterranno gli sforzi necessari a triplicare la capacità globale di energia rinnovabile al 2030.
The Biden administration announces U.S./PRC actions and cooperation in support of efforts to keep a 1.5 degree C on temperature rise within reach, including by meaningfully cutting power sector emissions in the 2020s, addressing all greenhouse gases in Paris Agreement NDCs, and…
— Special Presidential Envoy John Kerry (@ClimateEnvoy) November 15, 2023
I governi si impegneranno a centrare i rispettivi obiettivi in termini di riduzione delle emissioni di metano e a promuovere la realizzazione di almeno cinque grandi progetti di cattura e stoccaggio del carbonio ciascuno, entro la fine del decennio. Nel documento si fa riferimento anche all’importanza di porre fine alla deforestazione e all’inquinamento causato dalla plastica, insieme alla necessità di promuovere l’economia circolare.
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Perché rappresenta una svolta importante
Quella di Sunnylands è una dichiarazione storica sotto molti punti di vista. Prima di tutto, considerando le emissioni annue totali, Cina e Stati Uniti sono i Paesi più inquinanti del mondo. In secondo luogo, la speranza è che i rapporti fra le due nazioni possano distendersi nuovamente, dopo una fase di tensioni legati alle rivalità economiche e al futuro di Taiwan.
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