Durante il Consiglio straordinario odierno di Bruxelles, i ministri dell’energia hanno trovato l’accordo su tre misure finalizzate a far fronte ai rincari del gas. 

Commissione europea
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Il pacchetto di misure approvate

A Bruxelles è stato trovato l’accordo su:

  • una riduzione obbligatoria del 5% della domanda elettrica, da effettuare nelle ore di punta in tutti gli Stati membri; 
  • un tetto di 180 euro per MWh ai ricavi per le aziende inframarginali, che forniscono energia da fonti rinnovabili e nucleare sul mercato elettrico; 
  • un prelievo aggiuntivo del 33% sugli extra profitti delle aziende che forniscono elettricità da fonti fossili, il cosiddetto “contributo di solidarietà”.

Le risorse che deriveranno da questi provvedimenti saranno redistribuite tra imprese e famiglie afflitte dai rincari. 

Unione Europea ancora divisa su caro energia e tetto al prezzo del gas

Sul tetto al prezzo del gas invece, il fronte europeo è tutt’altro che unito, infatti Italia e altri 14 Stari membri, tra cui Polonia, Spagna e Francia, concordano sulla necessità di adottarlo a prescindere dalla sua provenienza, mentre la Germania continua ad essere contraria e, così l’Austria.

La Commissione europea respinge il price cap generalizzato, preferisce infatti che venga imposto al solo gas russo, in netta diminuzione nelle importazioni complessive, oggi al 9% rispetto al precedente 40%. La motivazione sottesa è che: viene ritenuto contrario alla logica di mercato e rischioso, perché potrebbe far aumentare la domanda, che va invece ridotta e, mettere a repentaglio la sicurezza degli approvvigionamenti. 

Gli altri temi sul tavolo 

La Commissione europea ha infine annunciato un nuovo indicatore che andrebbe ad affiancare il Ttf di Amsterdam, dedicato al gas naturale liquefatto, dato che attualmente i rincari del gas dal Ttf finiscono anche sul Gnl.

Un altro intervento, già in vigore in Spagna e Portogallo, è il tetto al prezzo del gas usato per generare elettricità, ma porta con sé un intervento pubblico che andrebbe a gravare ulteriormente sui bilanci degli Stati, come nel caso del Governo tedesco che ha approvato ieri 29 settembre uno scudo da 200 miliardi di euro.

La posizione italiana

Rispetto il caro energia e i prezzi gas il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani ha dichiarato ai microfoni di Rainews24, subito dopo il Consiglio: “Stiamo lavorando per evitare questa volatilità eccessiva che fa in poche ore andare su e giù il prezzo del gas facendolo variare anche del 20%, ma nello stesso tempo bisogna fare in modo che il prezzo del gas non sia così basso da scoraggiare gli operatori. Quindi, la realtà è che discutendo con i principali Paesi si è pensato che ciò che bisogna realizzare è un range tra un minimo e un massimo all’interno di cui ci possa essere sempre una variazione che segua le leggi di mercato, ma che non sia totalmente fuori controllo come adesso”.

“Cosa molto importante, continua Cingolani, che la Commissione a questo punto ha riconosciuto questa spinta da parte degli Stati membri, ancor più dei 15 iniziali. Il presidente ha concluso dicendo che presto sarà avanzata una proposta. Noi continueremo in questa settimana a fornire alla Commissione dei bullet, o meglio dei pilastri, che dovrebbero consentirle di costruire una proposta legislativa curata, che verrà discussa il prossimo lunedì  3 ottobre dagli Stati membri, soprattutto da quelli più energivori, si tratta di sette, otto Paesi che consumano quasi tutto. Dunque, continueremo nelle prossime ore a lavorare alacremente con l’obiettivo di inviare nelle prossime ore questi pilastri, prima della riunione del 6 ottobre prossimo dei primi ministri”.


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