Caldaie gas: stop incentivi, sì pompe di calore: “Rischio infrazione”

La nota congiunta di Arse, Coordinamento Free, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente e WWF Italia

Continuare ad incentivare le caldaie a gas va contro quanto stabilito dalle direttive europee e rischia di portare l’Italia sotto procedura di infrazione. È quanto ammoniscono, in una nota congiunta, Arse, Coordinamento Free, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente e WWF Italia. Tali norme, in particolare la direttiva sull’efficienza energetica degli edifici, e i successivi documenti di implementazione, “proibiscono di incentivare qualsiasi tipo di impianto di riscaldamento che funzioni, anche temporaneamente, con gas fossile”.

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Foto di Immo Wegmann su Unsplash.

Incentivi a caldaie ibride solo per la parte rinnovabile

Di fronte a tali evidenze, non vi sarebbe spazio neanche per le caldaie H-ready né tanto meno per l’incentivazione totale di caldaie ibride. Vero è che i prodotti ibridi, che abbiano un contributo rilevante da fonti rinnovabili, stimato in almeno il 50% (in Germania, ad esempio, le norme nazionali fissano un minimo del 65%) possono essere agevolati. Ma ciò è proporzionale e legato alla quota di energia rinnovabile. Ne deriva che “un sistema ibrido con caldaia a gas e pompa di calore, può essere sostenuto ma solo per la parte di energia rinnovabile”, ossia la pompa di calore, pena l’infrazione della norma comunitaria.

Per il biometano, tutte le caldaie, per definizione, viene spiegato nella nota stampa, sono biometano-ready e “quindi la norma si tradurrebbe in un sostegno economico all’acquisto di tutte le caldaie senza alcun vincolo ambientale richiesto”.

Si rischia di “condannare le famiglie alla dipendenza dal fossile”

Un uso futuro domestico del biometano e dell’idrogeno verde consentirebbe di incentivare le caldaie basate su questi combustibili, ma “la norma specifica chiaramente che una caldaia a gas che fosse installata in attesa del loro arrivo, con la banale caratteristica di essere compatibile, non consente assolutamente il loro finanziamento agevolato” chiariscono le sigle nella nota. La norma esplicita, infatti, che “per essere incentivate, le caldaie devono essere connesse ad un’utenza che utilizza, fin dal momento dell’installazione, 100% biometano o idrogeno verde”.

Arse, Coordinamento Free, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente e WWF Italia rimandano all’esigenza di avere strumenti e politiche che rendano possibili gli investimenti per le famiglie a tecnologie sostenibili come le pompe di calore. Un’attenzione particolare dovrebbe poi essere garantita alle famiglie a basso e medio reddito “che con maggiori difficoltà possono arrivare a fare investimenti importanti in questa direzione”. Continuare a “sprecare risorse economiche in caldaie a gas, o senza la distinzione della parte rinnovabile per le ibride, o ancora per quelle che forse un giorno potranno andare a idrogeno o a biometano vuol dire solo condannare le famiglie e il Paese ad una dipendenza da fonti fossili, climalteranti e costose e senza speranze di ridurre i costi in bolletta”.

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