Come le imprese interpretano il bilancio di sostenibilità? A scattare una fotografia della situazione in Italia la ricerca di Codacons e Comitas, presentata durante una conferenza stampa lo scorso 6 ottobre a Roma, cui hanno partecipato 50 noti marchi quali Ferrarelle, Banca Mediolanum, Gruppo Sias, Sisal, Asdomar, Ferrero e Poste Italiane.
Alcuni dati del rapporto
La ricerca ha, per l’appunto, indagato le modalità di interpretazione del bilancio di sostenibilità da parte delle imprese, oltre che le modalità di diffusione delle informazioni al pubblico e la reale utilità per consumatori, collettività e ambiente. Ad essere analizzati i bilanci di sostenibilità di 125 tra le principali aziende italiane, poi confrontati con le esigenze di un campione composto da 2.500 consumatori e PMI. Ne è emerso che solo gli addetti ai lavori, risultando spesso “robotici” – autoreferenziali, prolissi e simili tra loro –, conoscono tali bilanci e che le attività sostenibili sono sbilanciate verso gli interessi delle imprese e non dei consumatori o, da ultimo, dell’ambiente. La percentuale degli italiani che, almeno una volta nella vita, ha letto il bilancio di sostenibilità di un’azienda si attesta allo 0,5%. Riscontro negativo anche tra gli addetti ai lavori: solo il 14% dei portatori di interesse lo ha letto, mentre il 63% gli ha dato uno sguardo veloce. Infine, le rendicontazioni sono vaghe e poco confrontabili e la politica di sostenibilità assorbe solo lo 0,3% del fatturato.
Un potenziale poco sfruttato
Il bilancio di sostenibilità delle aziende è uno strumento dal grandissimo potenziale, ma che in Italia non viene sfruttato, commenta Codacons in nota stampa. La carente informazione al mercato e ai cittadini fa sì che il bilancio sia avvolto da un “velo di mistero”, come l’ha definito l’Associazione, che danneggia prima di tutto le stesse imprese tenute alla sua realizzazione e diffusione.
Una “Lettera al consumatore”
Per valorizzare il bilancio di sostenibilità dell’impresa e informare correttamente i consumatori Codacons e Comitas propongono di adottare la “Lettera al Consumatore”, già promossa da Ferrarelle, Banca Mediolanum, Gruppo Sias, Sisal, Asdomar e Ferrero. Per inviare un messaggio efficace, la “missiva” dovrà contenere le informazioni sulle azioni concrete implementate che hanno generato beneifici al territorio, alla società e al mercato, anche per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile promossi dall’ONU.
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