Il nostro Paese dispone finalmente di un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC). Dopo essere stato sottoposto a una consultazione pubblica, è stato approvato dal Ministero dell’Ambiente con decreto n. 434 del 21 dicembre 2023.
Con l’approvazione del PNACC, che fa seguito alla prima strategia di adattamento varata nel 2015, il Ministero riconosce che “i cambiamenti climatici rappresentano una delle sfide più rilevanti da affrontare a livello globale” e che “l’Italia si trova nel cosiddetto ‘hot spot mediterraneo’, un’area identificata come particolarmente vulnerabile”.
Le finalità del PNACC
L’obiettivo del nuovo piano è quello di “fornire un quadro di indirizzo nazionale per l’implementazione di azioni finalizzate a ridurre al minimo possibile i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, a migliorare la capacità di adattamento dei sistemi socioeconomici e naturali, nonché a trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche”.
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di adattamento
Ora comincia la seconda fase del percorso, gestita dalla struttura di governance e finalizzata a garantire l’immediata operatività del piano, attraverso la definizione di modalità e strumenti settoriali e intersettoriali di attuazione delle misure del PNACC ai diversi livelli di governo.
Il piano è strutturato in questo modo:
- quadro giuridico di riferimento;
- quadro climatico nazionale;
- impatti dei cambiamenti climatici in Italia e vulnerabilità settoriali;
- misure e azioni del PNACC. Il database delle azioni di adattamento (Allegato IV) offre un quadro di sintesi dell’insieme di azioni settoriali proposte. Per ogni azione, il database fornisce la categoria, i principali impatti, la tipologia di appartenenza (soft, green o grey) e il giudizio di valore. Appartengono alla tipologia soft le attività di informazione, sviluppo di processi organizzativi e partecipativi, e governance. Le strategie grey e green, invece, hanno entrambe una componente di materialità e di intervento strutturale, ma le seconde corrispondono a “soluzioni basate sulla natura”.
- finanziamenti. L’UE ha fissato un obiettivo di spesa pari ad almeno il 30 per cento a favore dell’azione per il clima nell’ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027, e ad almeno il 37 per cento nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Andando ad analizzare sotto questa luce i fondi europei e nazionali, emergono potenzialmente molte risorse per le misure suggerite nel PNACC;
- governance dell’adattamento. Il primo passo da compiere consiste nell’istituzione di una struttura permanente di governance, “l’Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici”.
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