Katowice, in Polonia, ospiterà dal 3 al 14 dicembre la Cop24, la Conferenza sul clima organizzata dalle Nazioni Unite. L’evento sarà un importante momento di dibattito sullo stato di avanzamento del fenomeno del climate change e sulle misure da mettere in atto per contrastare questa situazione. Si tratterà di un dibattito che vedrà al centro gli ultimi dati su questo tema, tra cui quelli contenuti nel report diffuso recentemente dall’IPCC-Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico e l’Emissions Gap Report 2018 dell’UNEP-Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente.
Emission Gap Report 2018 dell’UNEP
Dal documento dell’UNEP emerge come sia indispensabile intensificare le azioni contro il cambiamento climatico. Se si vogliono concretizzare gli obiettivi fissati dagli Accordi di Parigi e intervenire in modo efficace per arginare il fenomeno del riscaldamento globale, è necessario che i diversi Paesi triplichino gli sforzi fatti finora per quanto riguarda la riduzione delle emissioni. Negli accordi di Parigi era previsto un contenimento dell’incremento delle temperature globali su un valore inferiore ai 2°C rispetto al dato registrato in epoca pre-industriale, possibilmente cercando di arrivare a un valore di 1,5°C. Tuttavia, secondo lo studio, per l’obiettivo a 2°C è necessario triplicare le iniziative messe in atto. La situazione diventa ancora più preoccupante se si prende in considerazione il target di 1,5°C: in questo caso le nazioni dovrebbero quintuplicare gli sforzi.
Emissioni gas serra
Lo studio sottolinea come le emissioni di gas serra nel 2017 si siano attestate su un valore pari a 53,5 mld di ton, dato in crescita dopo un periodo di stabilità di 3 anni. Se non si interviene su questo trend entro il 2030 rispettare gli accordi di Parigi potrebbe risultate “estremamente improbabile” e si arriverebbe a un aumento di 3°C entro la fine del secolo.
Greenpeace: “Se fallissimo, saremmo prigionieri di un catastrofico riscaldamento globale”
“Il ventaglio di possibilità che abbiamo a disposizione per passare dalle parole ai fatti si sta riducendo – ha sottolineato in una nota Jennifer Morgan, Direttrice Esecutiva di Greenpeace International, commentando i dati – se non agiamo adesso, queste opportunità finiranno. Se dovessimo fallire, saremo prigionieri di un catastrofico riscaldamento globale che cambierà in modo irreversibile il Pianeta, condannando milioni di persone alla sofferenza. È questo quello che ci attende? Assistiamo alla maggiore minaccia che l’umanità abbia mai affrontato e l’urgenza di agire è sconvolgente. Cosa stanno aspettando i governi? I soggetti privati stanno già adottando dei provvedimenti, sta infatti rapidamente emergendo una tendenza delle imprese verso l’utilizzo di energia rinnovabile”.
“Adesso tocca ai governi“
“L’ultimo report dell’IPCC ci ha fornito un piano di salvataggio e i nostri leader politici devono smettere di esitare a intervenire – ha aggiunto Morgan – a partire dal prossimo Summit sul Clima in Polonia, la COP24, i governi si devono impegnare ad accelerare l’adozione di piani di azione sul clima in linea con l’obiettivo di restare al di sotto della soglia limite di aumento delle temperature di 1.5° Celsius entro il 2020, ed intraprendere dei passi decisi ed immediati per rispettare questi impegni. I governi regionali, le città e le imprese stanno avanzando con forza le loro richieste, dicendo chiaramente che ora basta. Adesso tocca ai governi”.
Clima UE punta a emissioni zero entro il 2050
Il tema delle riduzione delle emissioni in ottica di contrasto al cambiamento climatico è uno dei temi chiave delle politiche europee. Nella strategia a lungo termine sul clima annunciata dall’UE rientra l’obiettivo di arrivare a un’economia a impatto zero entro il 2050.
UE-ASE: “Ruolo chiave dell’efficienza”
European Alliance to Save Energy (EU-ASE), associazione europea che riunisce alcune rilevanti imprese multinazionali di diversi settori operanti negli Stati membri, valuta gli obiettivi fissati a livello europeo in modo positivo, anche se sottolinea come ora sia fondamentale individuare azioni concrete per realizzarli. “Più del 90% dei cittadini europei è preoccupato per il fenomeno del climate change. Dobbiamo intraprendere azioni audaci per limitare il riscaldamento globale. Ci sono buoni elementi nella strategia a lungo termine proposta, ma è necessario una più incisiva considerazione del potenziale dell’efficienza energetica nel cambiamento della situazione affinché l’UE possa raggiungere un bilancio neutrale sulle emissioni entro il 2050”, sottolinea in una nota Monica Frassoni, Presidente di UE-ASE.
Efficienza deve essere priorità
“Andando avanti, sono necessarie azioni per rendere l’efficienza energetica la priorità numero 1 in Europa – ha aggiunto nella nota Harry Verhaar– un obiettivo netto zero carbonio è una tripla vittoria per l’Europa. La creazione di una società carbon neutral entro la metà del secolo si tradurrà in benefici sociali per i cittadini europei, migliorerà la qualità della nostra vita ambiente e fornirà vantaggi economici, sia all’economia nazionale o locale, sia al nostro famiglie e imprese. Rimuovere i vincoli attuali di carbonio è la cosa più intelligente che possa essere fatta per promuovere una società più inclusiva ed equa per tutti i cittadini europei. Con l’obiettivo carbon neutral ora fissato, arriva un imperativo per a pasare all’azione, con priorità per l’efficienza energetica, che fornirà anche occupazione e prosperità all’Europa”.
Tre italiani su 4 chiedono più impegno per ridurre emissioni
I rischi legati al cambiamento climatico sono temi di grande interesse per i cittadini europei. E’ quanto emerge da uno studio realizzato da E.ON in Italia, Svezia, Regno Unito, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca e Romania. In Italia ben il 75% del campione ritiene che il Paese non stia facendo abbastanza per ridurre le emissioni di CO2, mentre il 41,6% dei nostri connazionali pensa che sia compito del Governo guidare l’abbattimento delle emissioni. Per quanto riguarda le strategie da mettere in atto per raggiungere quest’obiettivo, l’82,4% menziona lo sviluppo delle rinnovabili, il 41,9% un sistema di tassazione delle emissioni e il 30,9% cita entrambe le misure. Lo studio mostra come il cambiamento climatico sia il problema globale che preoccupa maggiormente gli italiani, col 33% del campione che lo ritiene la principale minaccia per la società, seguito dalla povertà (30%) e dall’inquinamento (26,3%).
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