Le azioni messe in atto nel corso degli ultimi anni per arginare il buco stanno dando i loro frutti e tra non molto tempo potremmo arrivare a considerare il fenomeno come una questione in via di risoluzione. Le sostanze che causano una riduzione dello strato di ozono, che riveste il nostro pianeta e lo protegge dalle radiazioni dannose, sono infatti diminuite gradualmente e il buco nell’ozono si sta chiudendo. A dirlo è un rapporto dell’ONU secondo, cui nonostante i risultati confortanti dovremo comunque aspettare ancora qualche decina di anni per arrivare a una situazione pienamente positiva. La data ipotizzata è infatti il 2060.
Il protocollo di Montreal
Una delle tappe fondamentali nella lotta al buco dell’ozono è stata l’entrata in vigore nel 1989 del Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono. Grazie a questo strumento sono state eliminate gradualmente le sostanze chimiche responsabili della degradazione dello strato atmosferico dell’ozono, tra cui, solo per fare un esempio, i tanto citati cfc.
Uno degli accordi di maggior successo
“Il Protocollo di Montreal è uno degli accordi multilaterali di maggior successo nella storia per una ragione“, ha affermato il il direttore del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente Erik Solheim, come si legge su Sciencealert – per il fatto che l’attento mix di scienza autorevole e azione collaborativa, che ha definito il Protocollo per più di 30 anni e che è stato impostato per sanare il nostro strato di ozono, è lo stesso dell’Emendamento di Kigali, cosa che fa ben sperare per l’azione per il clima in futuro.” Gli stessi stati che nel 1989 scesero in campo per arginare il buco dell’ozono hanno infatti sottoscritto anche l’accordo per l’eliminazione progressiva degli idrofluorocarburi a Kigali.
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