A Verona il primo impianto per la produzione di acciaio verde

L'impianto, attivo entro il 2027, sarà il primo in Europa

Il produttore NLMK Verona ha annunciato il 22 ottobre di aver dato l’avvio alla progettazione di un nuovo impianto per la produzione di acciaio verde a sezione rettangolare (bramme) completamente a forno ad arco elettrico (EAF). Il risparmio in termini di CO2 emessa è notevole, circa quattro volte inferiore rispetto al tradizionale altoforno.

acciaio verde

Acciaio verde: l’impianto veronese operativo dal 2027

L’impianto sarà attivo entro il 2027 e permetterà a NLMK di configurarsi come primo produttore europeo di bramme a bassissima emissione, utilizzando rottami ferrosi che vengono fusi per produrre nuova lega, in ottica di economia circolare. Inoltre, il programma di elettrificazione degli attuali forni a gas è un ulteriore elemento alla base della strategia di decarbonizzazione dell’azienda.

Oggi la tecnologia principalmente utilizzata nel mondo per la produzione di acciaio si basa sugli altoforni che utilizzano il carbone insieme al ferro trasformandolo in ghisa e successivamente in acciaio: un processo altamente energivoro che comporta elevate emissioni di CO2. Al contrario, il forno EAF impiega rottami di acciaio stesso ed energia elettrica, dando vita a un processo sostenibile e meno inquinante.

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Il nuovo forno elettrico soddisferà il 100% della produzione

Lo stabilimento già possiede un forno ad arco elettrico con una capacità di 400 kT, in grado di soddisfare il 50% della produzione del sito, ma grazie al nuovo impianto la percentuale salirà al 100% dei manufatti realizzati.

Con il nuovo impianto, il produttore stima che l’investimento porterà a un aumento di fatturato del 50% portandolo dagli attuali 400 milioni a circa 600 milioni di euro. NLMK “riscrive le regole del gioco per l’industria siderurgica europea”, si legge nel comunicato stampa, sottolineando la scelta di “essere protagonista del cambiamento, mostrando che un futuro sostenibile non è un’opzione, ma una missione” conclude la nota.

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