Oggi 27 settembre si celebra la Giornata mondiale del turismo. Un appuntamento che, alla luce della crisi geopolitica in Ucraina, assume un valore ancora più significativo. Non solo per il contributo del turismo alla conservazione del patrimonio culturale ma anche come valore universale capace di promuovere la pace e la comprensione reciproca tra Paesi.
Il tema di quest’anno, Ripensare il turismo, ha l’obiettivo di concentrare l’attenzione sulla crescita del settore turistico e sulla necessità, sempre più stringente, della sua riconversione in chiave sostenibile. La Giornata, giunta alla 43° edizione, intende sensibilizzare sull’importanza del turismo nell’influenzare i valori sociali, politici, economici e culturali della comunità internazionale.
Turismo internazionale torna al 57% pre pandemia
Secondo l’ultimo barometro pubblicato dall’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto), il turismo internazionale ha visto un forte rimbalzo nei primi sette mesi del 2022 con quasi 210 milioni di arrivi registrati, oltre il doppio dei numeri visti negli stessi mesi dell’anno scorso. Si stima che 474 milioni di turisti abbiano viaggiato all’estero, pari al 57% del numero di arrivi di turisti internazionali nello stesso periodo prima del l’emergenza sanitaria. L’Europa e il Medio Oriente hanno registrato la ripresa più forte con arrivi rispettivamente al 74% e al 76% dei livelli del 2019.
La ripresa in corso è visibile anche nella spesa turistica outgoing dai principali mercati di origine. Quella della Francia è salita a -12% nel periodo gennaio-luglio rispetto al 2019, mentre quella dalla Germania è salita a -14%. La spesa turistica internazionale si è attestata a -23% in Italia e a -26% negli Stati Uniti.
La revoca delle restrizioni di viaggio, insieme alla crescente fiducia dei consumatori, sono importanti motori per la ripresa di uno dei settori economici più importanti a livello globale, che impiega una persona su dieci in tutto il mondo e fornisce mezzi di sussistenza a centinaia di milioni di individui.
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Europa: +190% arrivi internazionali rispetto al 2021
L’Europa ha accolto circa tre volte in più gli arrivi internazionali rispetto ai primi sette mesi del 2021 (+190%), con risultati sostenuti dalla forte domanda intraregionale e dai viaggi dagli Stati Uniti. Gli arrivi sono saliti a circa l’85% dei livelli del 2019 a luglio. Anche la revoca delle restrizioni di viaggio in un gran numero di destinazioni ha alimentato questi risultati positivi (44 paesi in Europa non avevano restrizioni al 19 settembre).
Diverse sottoregioni hanno raggiunto dal 70% all’85% dei loro arrivi pre-pandemia nel periodo gennaio-luglio 2022. Tra le destinazioni che hanno riportato i dati sugli arrivi internazionali, quelle che hanno superato i livelli pre-pandemia sono state: Isole Vergini americane (+32% rispetto al 2019), Albania (+19%), Saint Maarten (+15% ), Etiopia e Honduras (entrambi +13%), Andorra (+10%), Porto Rico (+7%), Emirati Arabi Uniti e Repubblica Dominicana (entrambi +3%), San Marino ed El Salvador (entrambi +1% ).
Le prospettive per il resto dell’anno sono cautamente ottimistiche. Sebbene si prevedano prestazioni superiori alla media, gli esperti del turismo hanno valutato il periodo settembre-dicembre con un punteggio di 111, inferiore a 125 dei quattro mesi precedenti. Quasi la metà degli esperti (47%) vede prospettive positive per il periodo settembre-dicembre 2022, mentre il 24% non prevede particolari cambiamenti e il 28% ritiene che potrebbe essere peggio. Sempre in base alle stime dell’Unwto, gli esperti sembrano fiduciosi riguardo al 2023, poiché il 65% vede prestazioni turistiche migliori rispetto al 2022.
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