Transizione energetica

Diversi settori subiranno i contraccolpi dell’addio ai combustibili fossili ed è proprio per attutire questi ultimi che è stato siglato un accordo tra Commissione Europea e  Bei, la Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti (Bei) hanno firmato un accordo sullo strumento di prestito al settore pubblico. Questo strumento è uno dei tre pilastri del Meccanismo che fa parte del Green Deal europeo.

Lo scopo dell’accordo Commissione Europea e Bei

Obiettivo dell’accordo, annunciato lo scorso 7 settembre, è di semplificare la creazione di nuove imprese, annessi posti di lavoro e infrastrutture, affrontando i costi sociali ed economici dovuti all’ineluttabile passaggio alla neutralità climatica europea. 

L’accordo mobiliterà investimenti per un ammontare di 18-20 miliardi di euro nei prossimi sette anni. 

L’ammissibilità al prestito

L’ammissibilità al prestito è subordinata al fatto che i progetti vadano a beneficio o si trovino nei territori degli Stati membri identificati nei loro Piani territoriali di transizione ecologica. Nello specifico, è rivolto agli enti pubblici e per essi sono create condizioni di prestito preferenziali per tutti quei progetti che mirano a compiere la transizione attraverso comunità più ecologiche. 

I tre pilastri dell’agenda europea dettata dal Green Deal

I tre pilastri dettati dall’agenda europea sono:

  • l’abbandono del carbone e il blocco della produzione energetica e industriale ad alto consumo di CO2;
  • il programma REPower EU, pensato per abbandonare definitivamente i combustibili fossili russi entro il 2027;
  • gli investimenti in energie rinnovabili, accelerando la transizione ecologica.

“La transizione verso un’economia a zero emissioni comporta profonde sfide socioeconomiche per tutti noi e soprattutto per quelle regioni che oggi dipendono fortemente da attività ad alta intensità di carbonio. Le grandi sfide richiedono che tutte le parti interessate uniscano e coordinino i loro sforzi in modo che la loro azione possa avere un impatto”, ha dichiarato il vicepresidente della Bei, Ricardo Mourinho Félix. 

L’unione dei fondi Bei e della Commissione europea è finalizzata a mitigare l’impatto del nuovo modello di sviluppo ecologico, favorendo una transizione  che sia il più equa possibile: “Il pieno utilizzo dello strumento aiuterà le regioni a trasformare le loro economie in modo accettabile per le società”, ha aggiunto.

Le regioni maggiormente interessate dall’accordo

Le regioni interessate sono soprattutto quelle che avevano maggiormente investito in passato su fattori inquinanti e sulle industrie ad alto utilizzo di carbone; ma anche le comunità con un Pil pro capite inferiore al 75% rispetto alla media europea. Per queste aree, il prestito dell’Unione Europea può raggiungere il 25% dell’importo del prestito Bei per ciascun progetto.

“Il Green Deal europeo è la nostra strategia per realizzare un’economia neutrale dal punto di vista climatico e la politica di coesione contribuirà a realizzare i nostri obiettivi verdi in modo equo. Grazie a questo accordo con la Bei, lo Strumento di prestito al settore pubblico offrirà alle autorità pubbliche delle regioni e dei territori che hanno più bisogno di sostegno condizioni di prestito preferenziali per i progetti che non generano entrate sufficienti per essere finanziariamente sostenibili”, ha detto la commissaria per la Coesione e le riforme, Elisa Ferreira. 


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