Continua la scalata dell’idrogeno nello scenario energetico nazionale ed europeo, confermata dallo spazio riservatogli all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Vediamo, quindi, alcuni progetti applicativi per capire quali sono le concrete opportunità di crescita del vettore energetico tratti dagli eventi “L’economia dell’idrogeno” promosso da Clust-ER Greentech e “Le applicazioni dell’idrogeno e gli scenari futuri” del Lombardy energy cleantech cluster (LE2C).
Il porto di Ravenna distretto marino integrato
Il progetto preliminare Agnes vuole trasformare il porto di Ravenna in una hydrogen valley, un distretto marino integrato con protagonisti l’idrogeno verde e il fotovoltaico. Promosso dall’omonima società innovativa, nel 2020 ha ricevuto la partnership tecnica di Saipem. L’iniziativa prevede la costruzione di un parco eolico offshore oltre le 12 miglia dalla costa, il confine nautico, con 65 aerogeneratori di nuova tecnologia per una capacità installata di 520 MW. Il fotovoltaico galleggiante coprirà altri 100 MW di capacità. A completamento un dispositivo di accumulo da 100 MWh. L’idrogeno rinnovabile, con capacità massima di 104 MW, è destinato a rifornire il trasporto nell’area portuale e, in minima parte, il trasporto pubblico. La stima è di produrre annualmente 1,5 TW di elettricità e 4mila tonnellate di idrogeno. Alla parte in mare si aggiunge un elettrodotto che percorrerà 15 km per arrivare alla stazione di Terna. L’investimento totale stimato è di 1,5 miliardi di euro. L’iter autorizzativo è partito nel 2021, a settembre ci sarà il primo test per avere una tecnologia bancabile e per il 2023 si spera nell’ottenimento delle autorizzazioni. Da Malta e Giappone sono arrivate le prime manifestazioni d’interesse.
Idrogeno per agricoltura e ammoniaca
Sapio, membro della Clean Hydrogen alliance, lavora a progetti dimostrativi in grado di coprire l’intera catena del valore: produzione, trasporto e utilizzo finale. Tra i più recenti, quello dedicato all’agricoltura promosso in collaborazione con Gruppo Hera e Yara. È finalizzato alla produzione di 500 tonnellate di idrogeno verde con cui alimentare l’impianto per la produzione di fertilizzanti. Con un altro progetto, presentato al ministero dello Sviluppo economico per accedere allo strumento Ipcei, Sapio vuole produrre 560 tonnellate di idrogeno verde, con elettrolizzatore alimentato dall’elettricità eolica e fotovoltaica, per ottenere ammoniaca. Infine, con l’Autorità portuale di Venezia e l’Hydrogen Park sta portando avanti un’iniziativa, capitanata dal porto di Atene, destinata alla produzione di idrogeno verde da impiegare nella mobilità portuale.
Trasporto regionale a idrogeno
In Val Camonica dal 2023 la mobilità ferroviaria sarà a idrogeno. Il progetto H2Iseo promosso dal gruppo Fnm, il gestore dell’infrastruttura regionale, vuole creare la domanda di idrogeno e, più in generale, un sistema economico capace di vivere grazie alla produzione del vettore. I primi sei treni dovrebbero circolare dal 2023, ulteriori otto dal 2025. Non solo trasporto su ferro: l’idrogeno sarà usato anche per il rifornimento degli autobus del Tpl in provincia di Brescia. Tre gli impianti che il Gruppo punta a costruire: uno entro il 2023 per lo steam reforming, il secondo con elettrolizzatore per l’idrogeno verde.
Trasporto marittimo e circolarità
Il porto di Livorno si rivela protagonista della transizione energetica in ambito marittimo. L’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno settentrionale è promotore dell’ “Hyper hydrogen partnership for energy & resilience”, che sposa la riforma delle direttive europee sulle reti. Punta tutto sulla digitalizzazione, con cui abbattere del 40% la carbon footprint, e sulla produzione e l’utilizzo dell’idrogeno, in una più ampia visione circolare di recupero e utilizzo di risorse anche come carburanti alternativi. Si aggiunge il progetto Life4GreeMed che vuole usare l’idrogeno verde come carburante sostenibile e creare una comunità energetica portuale nell’area mediterranea, Nord Africa incluso.
Per un’acciaieria “verde”
Tra le soluzioni per la decarbonizzazione dell’industria Tenaris guarda all’idrogeno verde, prodotto da elettrolizzatore alcalino con una componente di stoccaggio. A Dalmine vuole usare idrogeno e ossigeno nei forni di pre-riscaldo e di trattamento dell’acciaieria.
E una raffineria “verde“
Enel Green Power vuole ridurre l’impronta carbonica di alcuni impianti industriali usando l’idrogeno prodotto con l’infrastruttura rinnovabile esistente. Un’ottica di sinergia che lascia spazio alla possibilità di fornire servizi ancillari alla rete. In concreto, parla di bioraffineria in merito all’accordo siglato con Saras per la decarbonizzazione della raffineria. Sta pensando a un ulteriore salto di qualità per il progetto della Val Camonica, pensando di confinare l’idrogeno nei luoghi dove è impossibile l’elettrificazione del trasporto su strada e ferro.
Idrogeno e depurazione delle acque
Il progetto PerformWater 2030 e idrogeno di Gruppo Cap studia le potenzialità dell’idrogeno nell’ambito della depurazione. L’iniziativa prevede di usare l’idrogeno nel processo di biometanazione biologica per ottenere metano più concentrato di quello attuale. Nel processo viene usata sia la CO2 ottenuta sia l’ossigeno, sfruttato nell’acqua coltura e nella coltivazione idroponica.
Le verifiche di Snam
A garanzia della piena operatività della rete gas per il trasporto dell’idrogeno miscelato o puro, Snam procede sull’analisi dei sistemi di interconnessione dell’infrastruttura alle varie applicazioni finali. Partita nel 2019 con un test sul blending al 5%, punta al trasporto di idrogeno puro.
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