Il guayule è quello che si potrebbe definire un arbusto dalle mille sorprese. Nato e cresciuto in America, in Italia da qualche tempo, è fonte di prodotti complessi quali lattice ipoallergenico, resine e olii essenziali, nonchè di gomma naturale anallergica, biomassa che trova applicazione nel progetto di ricerca Versalis.
In particolare, “l’idea è di sfruttarlo in una bioraffineria, massimizzare i prodotti che si possono ricavare e avere uno scarto di lavorazione minimo”, ci spiega Daniela Cucchetti, Green Chemistry-Novara Research Center Chemicals from Renewable Department di Versalis, incontrata nel corso della fiera Technology Hub 2018 (Milano, 17-19 maggio).
“Attualmente lavoriamo sulla fermentazione che sfrutta un microrganismo geneticamente modificato con cui produciamo il butandiolo. Il butandiolo viene convertito in butadiene e polimerizzato in polibutadiene – prosegue la Cucchetti – Quest’ultimo è già prodotto da Versalis, ma ha origine petrolchimica. Così facendo otteniamo un prodotto green”. Il progetto vuole sfruttare questa biomassa, e non il petrolio, per alimentare la bioraffineria, entrando a pieno titolo nella sperimentazione legata alla chimica verde.
Come detto il guayule è fonte di numerose sostanze complesse. La gomma naturale può essere impiegata nella produzione di pneumatici “green”. Dalle foglie si possono estrarre olii essenziali e principi attivi, le argentatine, da sfruttare come conservanti nella cosmetica. La parte più lignosa, infine, contiene il lattice ipoallergenico a basso contenuto di proteine che può essere impiegato nel settore biomedicale.
Il guayule può essere impiegato anche per produrre biocarburanti, un’alternativa a quelli derivati dall’olio di palma?
La pianta nasce e cresce in Arizona, nel Sud degli Stati Uniti. Rischia di essere una “specie aliena”, minaccia per l’ecosistema circostante?
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