Come si comporterà il mercato dell’Industria 4.0 in Italia nel 2020? Provano a rispondere i dati dell’osservatorio Industria 4.0 della School of management del politecnico di Milano, presentati il 22 giugno al convegno online “Digital new normal: essere 4.0 ai tempi del Covid”.
Dal rapporto emerge un punto fermo: nel 2020 il trend sarà molto diverso da quello del 2019. Lo scorso anno il mercato aveva raggiunto un valore di 3,9 miliardi di euro, superiore del 22% all’anno precedente. Quest’anno le opzioni sono due: quella più ottimistica prevede di chiudere l’anno quasi in linea con il budget iniziale. Quella più pessimistica stima una contrazione del fatturato 4.0 dell’ordine del 5-10%. Lo scenario è segnato da una grande incertezza, stravolte le previsioni di crescita del fatturato del 20-25% rispetto all’anno precedente.
Mercato Industria 4.0: 2019 vs 2020
Nel 2019 il 60% del mercato dell’Industria 4.0, pari a 2,3 mld di euro, aveva riguardato progetti di connettività e acquisizione dati (Industrial IoT). Sulle applicazioni 4.0 le imprese italiane avevano investito il 40%, in particolare su soluzioni Cloud e analytics per la Supply chain, oltre che IoT per le fabbriche. Solo le attività di consulenza e formazione per progetti Industria 4.0 ammontava a circa 255 mln di euro, il 17% in più rispetto al 2018.
Dopo la fine del picco dell’emergenza Covid-19, quest’anno quasi un terzo delle aziende sta riconvertendo la sua produzione o sta valutando di farlo. Per il 25% di queste realtà le tecnologie 4.0 come l’IoT e Cloud sono state fondamentali. Gli investimenti comunque saranno ridotti: il 26,5% delle imprese posticiperà almeno metà di quelli originariamente pianificati. Il 25% circa si concentrerà su Industrial-IoT, Analytics e advanced Hmi.
Riduzione imposte per non fermare la “scalata digitale”
Per non fermare la “scalata digitale”, prosegue il rapporto, le imprese chiedono “in particolare una riduzione delle imposte sui prossimi esercizi contabili (33%) e una diminuzione del costo del lavoro per operatori di fabbrica (per il 30%). Ma un terzo (31%) chiede anche di rilanciare il Super e Iper ammortamento per beni strumentali”. Questa rappresenta un’occasione per tutte: “In questo senso è positivo l’impegno del Governo nel dare stabilità al piano Trasformazione 4.0”, ha commentato in una nota stampa Marco Taisch, responsabile scientifico dell’osservatorio Industria 4.0.
Le smart technology alleate contro il Covid-19
A livello internazionale nel 2019 le nuove applicazioni di smart technology sono state 300 per un totale di 1.100. L’88% di queste sono state adottate da grandi aziende e solo il 12% da PMI. Il 46% del totale, prosegue l’osservatorio, ha “potenzialmente contribuito alla gestione dell’emergenza sanitaria”. L’assistenza da remoto con la realtà aumentata, la sanificazione intelligente degli ambienti con sensoristica IoT o piattaforme cloud per la collaborazione tra attori della supply chain ne sono degli esempi.
“L’emergenza sanitaria legata alla pandemia ha forzato le imprese industriali a trarre il meglio dai loro investimenti digitali, per dare resilienza alle catene del valore a cui appartengono”, ha detto Sergio Terzi, direttore dell’osservatorio Industria 4.0. Inoltre, le smart technology hanno favorito lo smart working e aiuteranno il distanziamento sociale nei luoghi di ritrovo. Aumentano l’utilizzo di veicoli a guida autonoma per la logistica interna, di piattaforme di design collaborativo per lo sviluppo dei prodotti e le soluzioni di Advanced human machine interface per interventi manutentivi, installazioni e collaudi al cliente.
L’introduzione del paradigma Cyber physical system “è un’opportunità fondamentale per avere garanzia di continuità delle operazioni degli impianti e delle filiere”, aggiunge Marco Macchi, direttore dell’osservatorio Industria 4.0. È anche importante che le imprese valutino “modelli Digital twin per la simulazione, algoritmi di analisi dati con l’Artificial intelligence, tecnologie di interfaccia uomo-macchina di ultima generazione”.
I progetti di innovazione 4.0 gestiti senza una strategia
Nel rapporto sul mercato dell’Industria 4.0 emerge un elemento significativo: la gestione dei progetti di innovazione 4.0 è ancora una lacuna per molte aziende italiane. Un quarto delle imprese porta avanti progetti sparsi, senza una roadmap, un programma strategico o un coordinamento. Il 42% persegue diversi progetti in modo coordinato, ma senza una roadmap o un programma strategico complessivo. Infine, il 24% segue una roadmap generale e solo il 10% ha un programma globale che guida in modo strutturato l’identificazione e la gestione dei diversi progetti.
L’indagine compiuta dall’Osservatorio sulle aziende “virtuose” rivela che una visione strategica dell’innovazione 4.0 e un approccio sistemico alla gestione dei progetti possono portare numerosi benefici. L’azienda che decide di implementare tecnologie 4.0 crea sinergie, evita la duplicazione delle risorse messe in campo e massimizza le probabilità di successo nel raggiungere gli obiettivi.
Per adottare un approccio più integrato Raffaella Cagliano, docente ordinario di People management e organization al PoliMi, suggerisce di coinvolgere “più funzioni, dipartimenti e livelli gerarchici, insieme agli utenti per raccogliere proposte di miglioramento”. In conclusione, afferma la Cagliano, “serve un approccio basato su metodologie agili e di design thinking, con un’attenzione particolare al Change management, dedicando se possibile figure specifiche a supporto del progetto e facendo leva su culture aziendali orientata al miglioramento continuo”.
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