L’innovazione tecnologica a servizio della tutela delle foreste. E’ questo il fil rouge delle due iniziative che interessano le foreste della California e quella dell’Amazzonia.
California, droni per ripiantare gli alberi
Il primo progetto riguarda l’utilizzo di droni, dotati di intelligenza artificiale, di una fotocamera multispettrale e della tecnologia LIDAR, per individuare i luoghi più idonei in cui depositare i semi per ripiantare gli alberi. Si tratta di una soluzione realizzata dalla società americana Drone SEED che potrebbe cosi dare il suo contributo alla riforestazione della California, interessata recentemente da numerosi incendi.
Caratteristiche tecniche
Questi droni hanno un peso di 25 kg e possono volare a bassa quota sule zone interessate dal processo di riforestazione. Grazie a una dispositivo multispettrale combinato con la tecnologia LIDAR (laser remote sensing) forniscono una mappa 3D del terreno. Sono marchingegni estremamente precisi per questo i pacchetti di semi delle piante contenenti anche sostanze nutritive possono essere rilasciati in modo mirato in aree ritenute adatte a una germinazione efficace. Questi dispositivi possono inoltre essere utilizzati per distribuire i pesticidi in modo selettivo, senza danneggiare le piante.
In Brasile satelliti per monitorare la foresta pluviale
Se dalla California ci spostiamo in Brasile troviamo invece il progetto INPE nell’ambito del quale i satelliti vengono impiegati per il monitoraggio e la sorveglianza della foreste pluviali. Un’iniziativa volta in particolare a contrastare la deforestazione illegale. Il team coinvolto nel progetto monitora si scala giornaliera le immagini satellitari ed è stato in grado di intervenire in caso di atti illegali verificatisi sul territorio.
Dall’INPE l’allarme deforestazione a novembre
L’INPE è stata tra le diverse realtà che a novembre hanno lanciato l’allarme sul tasso di deforestazione dell’Amazzonia sottolineando come si sia arrivati al livello più alto mai registrato in 10 anni. I numeri parlavano infatti di 7900 km quadrati persi, pari a 1 milione di campi da calcio.
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