Il team di ricerca cui fa capo il professore di tecnologia energetica dell’ateneo svedese Chalmers university of technology, Henrik Thunman, si sta concentrando sul recupero degli atomi di carbonio nei rifiuti, “che attualmente vengono inceneriti o finiscono nelle discariche invece di essere riciclati”, si legge nella nota stampa.
Ciò è reso possibile con tecnologie mirate negli scarti di plastica, carta e legno, con o senza residui alimentari, per creare una materia prima per la produzione di materie plastiche con la stessa varietà e qualità di quelle attualmente prodotte da materie prime fossili.
Riciclo del carbonio dai rifiuti
La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Cleaner Production e dimostra come gli atomi di carbonio nei rifiuti misti possono sostituire tutte le materie prime fossili nella produzione di nuova plastica. Il metodo di riciclo si ispira al ciclo naturale del carbonio e potrebbe eliminare l’impatto climatico delle materie plastiche.
Per realizzare cicli circolari, dobbiamo utilizzare meglio le risorse già in uso nella società. Secondo il professor Thunman, “ci sono abbastanza atomi di carbonio nei rifiuti per soddisfare le esigenze di tutta la produzione globale di plastica. Usando questi atomi, possiamo disaccoppiare i nuovi prodotti in plastica dalla fornitura di materie prime fossili vergini. Se il processo è alimentato da energia rinnovabile, otteniamo prodotti in plastica con un impatto climatico inferiore di oltre il 95% rispetto a quelli prodotti oggi, il che significa effettivamente emissioni negative per l’intero sistema”, dichiara nella nota.
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Produzione di plastica circolare
Gli approcci dell’economia circolare sono comunemente rappresentati da due cicli, in cui il ciclo biologico è associato alla rigenerazione nella biosfera e il ciclo tecnico al riutilizzo, alla ristrutturazione e al riciclo per mantenere il valore e massimizzare il recupero dei materiali. La ricerca presenta invece una visione alternativa alla gestione dei materiali a base di carbonio che integra i due cicli e consente l’eliminazione graduale del carbonio fossile dal sistema materiale.
L’obiettivo è indagare i vantaggi e il potenziale globale di un sistema di co-riciclo, come alternativa ai sistemi convenzionali che separano i materiali a base di biomassa (es. legno, carta) dai materiali di origine fossile (es. plastica). La tecnologia del riciclo termochimico avanzato, che prevede il riscaldamento dei rifiuti a 600-800 gradi Celsius, consente il recupero di qualsiasi flusso di carbonio (CO2, naturale o sintetico, perdite, ecc.) e la produzione di prodotti di alta qualità.
I calcoli dei ricercatori mostrano che l’energia per alimentare tali processi può essere prelevata da fonti rinnovabili come l’energia solare, eolica o idroelettrica o bruciando biomassa e saranno più efficienti dal punto di vista energetico rispetto ai sistemi in uso oggi. È inoltre possibile estrarre il calore in eccesso dai processi di riciclo, che in un sistema circolare compenserebbe la produzione di calore attualmente derivata dall’incenerimento dei rifiuti, eliminando le emissioni di anidride carbonica legate al recupero energetico.
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