INItalia tra il 2014 e il 2021 si è assistito alla progressiva e continua crescita del numero delle imprese biotech per l’industria (+29%) e per l’agricoltura (+34,5%) ma l’ambito della salute conferma la propria centralità (48,5% del totale). A livello territoriale, la Lombardia è leader per numero di imprese (27%) e fatturato (51%) anche se maturano le regioni di Mezzogiorno e del nord est nelle biotech industriali. In totale, sono censite circa 800 imprese per 13 mila addetti che, tradotto in cifre, contano oltre 10 miliardi di fatturato.

È questa la fotografia restituita dal rapporto annuale Assobiotec-Federchimica ed Enea su Le imprese di biotecnologia in Italia. facts & figures 2022 i cui dati sono stati presentati il 28 aprile.

Un settore in crescita nonostante la pandemia

Si tratta di un comparto che ha saputo resistere all’impatto della crisi pandemica in tutti i suoi ambiti di applicazione e che ha visto crescere sensibilmente il contributo delle imprese dedicate alla ricerca e sviluppo del biotech a controllo italiano, con un fatturato che in questo sottogruppo di imprese ha registrato ben +30% nell’anno dell’emergenza sanitaria: “Proprio la pandemia ancora in corso sottolinea l’importanza di investire in ricerca e dare fiducia a un comparto industriale, come quello delle biotecnologie, che ha dimostrato di essere fondamentale nel fornire strumenti in risposta alla drammatica crisi sanitaria che è andata montando”, si legge nel report che spiega: “Dal sequenziamento del genoma del virus alla diagnostica molecolare, dai vaccini agli anticorpi monoclonali. Questo deve essere un segnale forte per l’industria biotecnologica italiana il cui sviluppo è limitato da un ecosistema di impresa non ancora sufficientemente competitivo a livello internazionale”.

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Fonte: rapporto Assobiotec-Federchimica ed Enea.

Il rapporto raccoglie, elabora e analizza informazioni e stime aggiornate fornite dalle imprese biotech a fine 2021, bilanci 2020, dati pubblici e del Sistema statistico nazionale. Sulla base dei principali dati rilevati, “l’industria biotecnologica italiana si conferma un comparto con una popolazione di imprese stabile, quando non in lieve crescita, caratterizzato da una forte intensità di ricerca e sviluppo e con punte di eccellenza in tutti i settori di applicazione delle biotecnologie”.

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I numeri del biotech italiano

Il numero di imprese, dopo una lieve flessione a fine 2020, inferiore all’1% (a livello generale il calo di imprese è stato nello stesso anno più che doppio), è infatti tornato a crescere nel 2021 superando con 790 aziende, tornando quindi al livello raggiunto a fine 2019.

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Fonte: rapporto Assobiotec-Federchimica ed Enea.

La crescita ha interessato tutti gli ambiti di applicazione delle biotecnologie e in particolare le imprese dedicate alla ricerca e sviluppo a controllo italiano, trainate da quelle con applicazione prevalente nelle biotecnologie industriali con un +9% di imprese fra il 2019 e il 2020. Il settore è caratterizzato da realtà di piccole e micro imprese che rappresentano poco più dell’82% del totale.

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Fonte: rapporto Assobiotec-Federchimica ed Enea.

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La bioeconomia ha dato prova di resilienza

La pandemia ha rivelato le fragilità dell’attuale modello di produzione e consumo “basato su dissipazione delle risorse naturali, delocalizzazione della produzione e disconnessione con i territori e le comunità, in un quadro di crescente impatto ambientale”, si fa menzione nel rapporto. Bioeconomia è sinonimo di impiego intelligente delle risorse rinnovabili di origine biologica, in una logica circolare che ne valorizza le opportunità di riutilizzo attraverso l’innovazione tecnologica.

In questo ambito sono compresi i settori dell’agricoltura, dell’alimentazione, della pesca, della silvicoltura, dell’industria del legno e della carta, e quello delle industrie bio-based: “Si tratta di un concetto articolato che include una molteplicità di settori, che hanno come base comune quella di avere un’origine rinnovabile e biologica degli input, ma che possono seguire dinamiche di sviluppo sottostanti differenti, condizionate dalle peculiarità di ciascuna specializzazione”, viene sottolineato. Il riutilizzo dei rifiuti e delle materie prime secondarie è centrale nei settori industriali che tradizionalmente utilizzano risorse biologiche come principale fonte di rifornimento (settore forestale, amidi, zucchero, bio-carburanti/bio-energia, bio-tecnologia) e in altri per i quali la biomassa è tra le materie prime utilizzate (settore chimico, plastica e beni di consumo).

Pur risentendo dell’impatto dell’emergenza sanitaria, secondo i dati del report il modello della bioeconomia circolare ha dato prova di resilienza, grazie alla sua capacità intrinseca di adattamento e di ripensamento delle logiche di produzione, “senza con ciò pregiudicare la stabilità produttiva, la salute e la tutela della comunità”.

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Pandemia ed effetti sul fatturato: -5%

Il fatturato di settore, nel 2020, anno in cui è stato massimo l’impatto dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, mostra una sostanziale tenuta, registrando rispetto al 2019 un calo del 5%, pari a meno della metà di quanto registrato dal fatturato dell’industria italiana nel suo complesso (-12%). Particolarmente significativa è la forte e continua crescita che ha invece contraddistinto il fatturato delle imprese biotech dedicate a controllo italiano che ha fatto registrare un +30%.

Considerando il totale delle imprese, circa tre quarti del fatturato totale è prodotto dal settore della salute, un considerevole 17% è dato dal settore industria ed ambiente. Le imprese attive nell’ambito della salute umana continuano a rappresentare la quota maggioritaria del numero totale di imprese biotecnologiche italiane. Tuttavia, si conferma la tendenza della progressiva e continua crescita del numero di imprese attive nelle biotecnologie industriali (+29% fra il 2014 e il 2021) e, soprattutto nell’ultimo periodo, di quelle con applicazioni ad agricoltura e zootecnia (+35% nello stesso arco temporale).

Infine, per quanto riguarda gli investimenti nella ricerca e sviluppo, le imprese del comparto dedicate hanno mostrato un’accelerazione nel 2020 rispetto agli anni precedenti, con un incremento del 7% sul 2019, trainato dalle imprese con applicazione prevalente nella salute umana e nell’industria. Anche per gli investimenti in biotech la crescita registrata dalle imprese dedicate alla biotecnologica è stata maggiore alla media del comparto, con un +15% nel 2020 rispetto al 2019.

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Freelance nel campo della comunicazione, dell’editoria e videomaker, si occupa di temi legati all’innovazione sostenibile, alla tutela ambientale e alla green economy. Ha collaborato e collabora, a vario titolo, con organizzazioni, emittenti televisive, web–magazine, case editrici e riviste. È autore di saggi e pubblicazioni.