Ieri 17 febbraio è nata Verdemetano, la prima cooperativa italiana di agricoltori per la produzione e il trasporto dei biocarburanti ottenuti da sottoprodotti agricoli, effluenti zootecnici e colture sostenibili. Oggi Canale energia intervista il presidente, Piero Gattoni.

Nasce oggi la prima cooperativa di agricoltori per produrre e distribuire biometano: chi ne fa parte? Perché avete sentito questa esigenza?
Sono venti le aziende agricole fondatrici, già impegnate nella produzione dell’alimentare di qualità all’interno delle varie filiere, dalla zootecnica all’ortofrutticola, all’olivicola. Rappresentano realtà virtuose nella produzione di biometano agricolo, cioè quelle che sono attualmente in uno stato avanzato di progettualità. In comune possiedono la lunga esperienza maturata nella gestione degli impianti biogas secondo il modello del “biogasfattobene®” del Cib-Consorzio italiano biogas. L’esigenza di creare questa nuova cooperativa nasce dalla volontà di costruire un progetto agroindustriale capace di mettere a sistema competenze e risorse per valorizzare al meglio la molecola verde nel nascente mercato dei biocarburanti.

Perché l’uso dei biocarburanti ha bisogno di una spinta dal basso? L’attuale quadro normativo non supporta abbastanza il lavoro degli aderenti?
L’attuale quadro normativo deve essere migliorato, in particolare per quanto concerne le disposizioni applicative del decreto ministeriale del marzo 2018. Tuttavia, in questa fase, riteniamo sia indispensabile da parte delle imprese un approccio positivo agli investimenti in modo da affrontare la nuova sfida con coraggio e professionalità. La forma cooperativa offre appunto alle singole aziende gli strumenti utili per gestire in maniera puntuale la commercializzazione del prodotto. Il mondo dell’agroalimentare ci ha insegnato che una efficiente aggregazione di risorse consente di definire piani di investimento e comunicazione più strutturati ed efficaci.

Significativo che Cib e Cgbi siano ai vertici della cooperativa. Che segnale volete lanciare?
Il nostro progetto segue un percorso naturale di crescita avviato dalle associazioni bieticole facenti parte del gruppo Cgbi, che poi è stato allargato ad altri produttori di biogas. La stretta collaborazione messa a frutto negli anni da Cgbi e Cib ha permesso l’acquisizione e condivisione di multiconoscenze finalizzate ad ottenere elevati standard produttivi.

Quali le intese con Federmetano e Assogasmetano?
I produttori hanno stretto una proficua collaborazione con le associazioni che rappresentano il mondo della distribuzione del gas naturale. Siamo certi che possa aprirsi un confronto costante anche con la cooperativa Verdemetano.

Quali sono le soluzioni cui pensate per il trasporto del biometano?
Attraverso la rete per la forma gassosa e tramite la logistica dedicata per il liquido.

Quali le applicazioni e i benefici dei biocarburanti in termini di contrasto all’inquinamento?
Nei trasporti il biometano permette di ridurre le emissioni di CO2 fino al 95%. Questa energia green dà impulso al nuovo paradigma di crescita della produzione agricola, sempre più circolare e sostenibile.

Cosa vi aspettate dalla nascita del nuovo governo, di un ministero per la transizione ecologica (e NON energetica) e il passaggio di Stefano Patuanelli all’agricoltura?
Siamo fiduciosi che il nuovo governo sappia cogliere l’opportunità offerta dal biometano nel processo di decarbonizzazione dei trasporti intrapreso dall’Italia e dall’Unione europea. E che saprà le risorse disponibili in tale direzione, in linea con gli obiettivi del Green new deal.


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