Una finanza che sappia promuovere uno sviluppo economico incentrato sull’uomo, in grado di coniugare in maniera proficua sostenibilità economica, sociale e ambientale. E’ la visione che fa da sfondo alla nascita di Agrifood One, il nuovo fondo di private equity frutto della collaborazione tra Garnell – gruppo milanese specializzato nel settore della finanza d’impresa e nella consulenza a grandi investitori – e Slow Food Italia, associazione da 30 anni in prima linea nella promozione di un approccio al cibo improntato alla tutela ambientale e alla valorizzazione delle produzioni locali.
Il perno attorno a cui ruota il progetto, presentato ieri a Milano, è la valorizzazione di un approccio incentrato su economia reale, innovazione e sostenibilità in un settore ad alto potenziale come quello dell’agroalimentare italiano. “L’agroalimentare per noi è un cavallo di battaglia anche perché i suoi numeri in Italia sono estremamente significativi – ha sottolineato l’amministratore delegato di Garnell Filippo La Scala – Il giro d’affari annuo è di oltre 270 miliardi di euro, coinvolge 3,3 milioni di lavoratori, quindi 13,5 % di occupati in Italia, e contribuisce per il 14% al prodotto interno lordo italiano”. Numeri di un comparto che, come ha spiegato il manager, costituisce un’eccellenza del nostro Paese a livello mondiale, capace di registrare una certa stabilità anche in periodo di crisi, ma su cui si dovrebbe puntare in maniera più rilevante soprattutto sui mercati internazionali. I 30 miliardi di euro esportati dall’industria alimentare italiana rappresentano, infatti, ha spiegato La Scala – solo il 23% del fatturato di settore, contro il 33% dell’export della Germania e il 26% della Francia.
Il modello operativo del fondo
Ma quale sarà la modalità operativa di questo fondo? “Andremo a cercare delle imprese per consolidare e integrare la filiera produttiva e puntare sull’internazionalizzazione e ovviamente la valorizzazione di prodotti territoriali”, ha sottolineato La Scala. “Andremo a cercare aziende con un fatturato tra i 5 e i 150 milioni – ha aggiunto il manager – anche se dico subito che le aziende da 150 milioni in Italia nel settore agroalimentare si contano sulla punta di una mano e che il valore di fatturato delle imprese italiano rispetto alle imprese europee è piuttosto piccolo. Andremo quindi ragionevolmente a investire su aziende piccole, perché 5 milioni di fatturato, 10 milioni di fatturato sono numeri legati ad aziende molto piccole. Entreremo in queste aziende come sarà opportuno e necessario, acquisendo minoranze o maggioranze, troveremo mi auguro dei buoni imprenditori che vogliono un partner che li affianchi. Se saremo minoranza, non sarà un problema, troveremo le opportunità dove potremo essere maggioranza”.
In particolare il modello operativo del fondo si caratterizzerà “per un uso limitato del debito finanziario, massimo il 40% dell’investimento, una scelta volta a finanziare in maniera sana la crescita dell’impresa. Non vogliamo esternaliizzare la leva finanziaria, perché sarebbe in contraddizione con la visione di una finanza come strumento per raggiungere dei fini e non come fine di per sé. Ovviamente finanziamo lo sviluppo e l’innovazione delle imprese e soprattutto, lo ribadisco, punteremo su un approccio industriale, aspetto quest’ultimo essenziale: in questo la valorizzazione della partnership con Slow Food è essenziale”, ha sottolineato l’ad di Garnell .
Il Fondo, ha spiegato il manager, prevede, inoltre, “nel regolamento la possibilità di investire per un massimo del 5% in micro-aziende, questo perché riteniamo che ci saranno delle opportunità in questo settore, magari a volte non molto profittevoli dal punto di vista del costo di gestione per noi, ma che costituiranno dei vantaggi al di là dei ritorni economici, perché magari andremo a supportare iniziative allineate con quella che è la visione degli investitori. Noi vorremmo che gli investitori di Agrifood One non cercassero esclusivamente un ritorno economico, che naturalmente ci auguriamo in linea con il rischio che sosterranno, ma riuscissero anche ad ottenere dei benefici di tipo non monetario”.
La collaborazione con Slow Food
Un approccio che vede nella collaborazione con Slow Food Italia l’ elemento cardine di un percorso improntato all’integrazione. “Abbiamo scoperto che andiamo a integrare molte competenze, credo che questo sia un beneficio sia per noi che arricchiamo il nostro bagaglio di conoscenze sia per Slow Food che è entrato in questa partnership consapevole della sua forza, delle sua esperienza, ma anche con una curiosità verso le nostre competenze. Ci auguriamo che questo connubio porti a dei risultati straordinari” ha concluso La Scala. In particolare Slow food sarà centrale nella ricerca e nella valutazione delle opportunità di investimento.
Soddisfatto del progetto anche Roberto Burdese, presidente onorario di Slow Food Italia secondo cui Agrifood One “è un fondo di cultura artigianale, nell’accezione positiva del termine, e certamente familiare che, pur in un contesto completamente diverso, parla la nostra lingua e ha la stessa nostra idea di sviluppo per il futuro. La scintilla è scattata immediatamente anche se poi ci sono voluti 18 mesi per dire come fare qualcosa insieme, il bello verrà da adesso in poi.”
Nel video Roberto Burdese, presidente onorario di Slow Food Italia, spiega i motivi dell’adesione al progetto e il ruolo che l’associazione avrà nell’iniziativa
http://www.youtube.com/watch?v=QlFH81RnHow
Nell’intervista l’amministratore delegato di Garnell Filippo La Scala parla delle caratteristiche del fondo e delle opportunità del mercato agroalimentare italiano e dell’iniziativa di un report per gli investitori inerente i benefici non monetari legati al fondo.
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