Riuscire a tutelare il patrimonio storico-artistico della città e, al contempo, garantire un servizio di trasporti puntuale e sicuro per rispondere alle esigenze dei turisti e, più in generale, dei cittadini. È stata la sfida raccolta da Roma servizi per la mobilità in occasione del Giubileo della Misericordia (8 dicembre 2015-20 novembre 2016).
Ogni evento è stato classificato in base a una scala da 1 a 4 dove il numero più alto ha indicato le giornate critiche per l’afflusso di pellegrini. “L’obiettivo primario è stato quello di salvaguardare il centro storico, che è il più esteso d’Europa – ci spiega Francesco Iacorossi di Roma servizi per la Mobilità riprendendo i dati presentati a Dubrovnik in occasione della quarta conferenza europea sui PUMS (29-30 marzo 2017) – Al contempo abbiamo cercato di garantire al turista una visita di pregio: non solo, quindi, assicurargli puntualità, ma anche qualità nel servizio per riuscire ad avvicinarsi alla meta prescelta”. Nel complesso, sembra che i turisti siano stati più attenti alla puntualità dei mezzi che al loro impatto ambientale.
“Il mercoledì, giorno di udienza del Papa, è stata la giornata più critica per quanto riguarda la mobilità – prosegue Iacorossi – Durante l’anno, l’afflusso maggiore è stato previsto in alcune giornate, come l’8 dicembre o l’8 febbraio, classificate col livello 3. Per le giornate più intense sono state rese disponibili risorse maggiori, è stato effettuato un monitoraggio più severo e sono stati messi a disposizione dei bus dedicati per far fluire con più facilità le persone. Ad esempio, le navette che dal Vaticano si spostavano in determinati punti di raccolta”.
Tra dicembre 2015 e novembre 2016 20 milioni di turisti hanno raggiunto Roma: il 40% si sono spostati con i bus turistici, il 10% con il treno e il 50% ha adoperato mezzi privati. Il parco mezzi circolante ha contato quotidianamente 1500 bus atac e TPL (su circa 2500 disponibili) e 700 bus turistici, con picchi di 1300 nelle giornate più affollate, organizzati in armonia con il piano pullman, lanciato nel 2000, e il piano ZTL, che ha ridisegnato i percorsi dei bus turistici, limitando l’ingresso delle auto più inquinanti nella Capitale. Inoltre, sono stati creati degli hub di interscambio, come quello nella stazione Tiburtina che ha contato 150 stalli e ha permesso una maggiore copertura della periferia romana e integrazione con il trasporto locale ordinario. I 9 percorsi a piedi che attraversano la Città sono stati resi più lineari e sicuri attraverso specifici interventi, come la Via Papalis da San Giovanni a San Pietro.
Il lavoro ha previsto l’azione congiunta di più autorità per riuscire a monitorare in tempo reale la viabilità e a garantire la sicurezza su strada: i dati del trasporto locale sono passati per la sala comando della Polizia locale, la centrale dell’Anas e di Trenitalia/NTV, oltre che per quelle degli Aeroporti di Roma e dell’Autorità Portuale, della centrale ATAC, di Roma Tpl e Cotral. Roma servizi per la mobilità, nello specifico, ha contributo a “monitorare in tempo reale tutto ciò che succede in città attraverso il Centro della mobilità, coordinandosi con gli altri soggetti”, conclude Iacorossi.
Leggi lo speciale sul turismo sostenibile nel mensile di Canale Energia.
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